La Spezia – Il prossimo sabato 3 febbraio alle ore 21.00 al Teatro Civico della Spezia torna Carlo Massarini con uno show dove racconterà la carriera di David Bowie.

Uno storytelling sui 15 anni più importanti della carriera del cantante inglese. Gli anni che vanno dal suo prima hit “Space Oddity” fino a “Let’s Dance”. Sono proprio questi gli anni in cui David Bowie si trasforma continuamente, cambiando personaggio, e reinventando la musica rock contemporanea diventando una star planetaria grazie al successo di “Let’s Dance” brano di svolta nella “dance” e “funky”.

La serata si svolge attraverso un racconto dettagliato ricco di aneddoti e farcito di varie fotografie e clip. Un viaggio negli anni 70′ in cui Bowie non è solamente testimone ma è anche protagonista, come protagonista è nei cambiamenti nella moda, nel design e nella grafica: vi è un percorso culturale che parte dai mods negli anni 60′, passa il glam all’inizio degli anni 70′, il punk e per finire negli anni 80′ l’edonismo.

Bowie era visto come un artista a 360 gradi e infatti continuerà a cambiare ancora come dimostra il suo ultimo album “Black Star“: un testamento musicale e spirituale che proprio da quei 15 anni sopra citati parte e rimane la costante testimonianza di un talento straordinario.

L’assessore alla Cultura del Comune della Spezia Paolo Asti sottolinea che: “Una serata in cui sarà possibile compiere un viaggio pop e rock che ha caratterizzato, non solo la musica ma anche la società e la cultura, che si snoda in un percorso artistico durato quindici anni.
Massarini saprà raccontare i fatti, ma anche svelare gli aneddoti più segreti che hanno reso un cantante pop una vera star capace di andare oltre il tempo e le mode scandendo lui stesso i tempi e i cambiamenti della società di cui è stato interprete“.

Invece Carlo Massarini afferma: “Personalmente, ho scoperto Bowie per caso, nel 1972, quando rimasi fulminato dalla copertina di Hunky Dory uscita da un pozzetto di 33 giri. Era un album cantautorale, ma con riferimenti esoterici, citazionismo newyorkese e una giocosità assolutamente inconsuete. Pochi mesi dopo, arrivò ‘Ziggy Stardust’, ed è stato amore totale. Era davvero come se un marziano fosse sceso sulla terra e avesse imbracciato una chitarra e il rock’n’roll. Con la mimica appresa alla scuola di Lindsay Kemp, il suo trucco e gli abiti dello stilista giapponese Yamamoto, Bowie era una rockstar come non se ne erano mai viste, una totale reinvenzione del ruolo. Poi, seguirlo nelle sue maschere e nelle sue svolte artistiche è stato un gioco, un piacere e una sorpresa continui. Bowie è probabilmente l’artista che ha segnato –in profondità e con più originalità- gli anni ‘70. La sua continua reinvenzione, sia musicale che di maschera e personaggio, è stata un manifesto di identità culturale mutante che è stato sempre avanti rispetto al contesto nel quale si muoveva. Era un’Inghilterra un po’ noiosa, quella dei primi anni 70: in voga soprattutto i cantautori, l’hard rock, il progressive. Bowie, insieme ai Roxy Music, ha portato il colore, lo stile, la fantasia, l’esagerazione, l’eccitazione del nuovo. E soprattutto una trans-culturalità (non solo musica, ma anche moda, design, pittura, mimo, recitazione) che ha influenzato per sempre il concetto di artista moderno. Quello che ha fatto con Ziggy Stardust e Aladdin Sane probabilmente sarebbe già bastato per un posto nel Pantheon del rock, ma non si è fermato lì, ha continuato a cambiare e a inventare. Il suo approccio all’elettronica della trilogia berlinese (Low – Heroes –Lodger) ha letteralmente creato il post-rock prima ancor che il termine fosse inventato, e ha influenzato in maniera decisiva il rock degli anni 80 e quello a seguire. E nulla di tutto questo è accaduto per caso: Bowie era un artista estremamente razionale, pianificava fin nel dettaglio ogni singola mossa, voleva essere completamente in controllo di ogni sua creazione o progetto musicale. Lucido, dotato di intelligenza superiore, atteggiamento da ‘spugna’, perché assorbiva e faceva sua qualsiasi cosa nuova che lo colpisse, tanto che Jagger (a cui aveva soffiato la primogenitura di una copertina dell’illustratore e pittore belga Guy Pellaert – stiamo parlando di Diamond Dogs, quella degli Stones di It’s Only Rock’n’Roll uscirà dopo anche se commissionata prima) disse “se avete qualcosa di nuovo in mente, non parlatene mai a David Bowie“.

Per alcuni motivi bisognerebbe affermare che Bowie rappresenta l’inizio della modernità grazie alla capacità di mischiare culture e diversi generi musicali e di manipolare a proprio vantaggio le idee degli altri, modificandole in maniera nuova e originale. Tutto queste caratteristiche saranno punti chiave dei decenni successivi.

L’ingresso all’evento è a posto unico e numerato al prezzo di 15 euro.

Per prenotazioni contattare Biglietteria Teatro Civico La Spezia, in via Fazio e via Carpenino al telefono 0187 727521. Dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle ore 12, il mercoledì anche dalle ore 16 alle ore 19.

Oppure contattare il Circolo Culturale G. Fantoni Lunigiana La Spezia, corso Cavour 339, al telefono 0187 716106. Dal martedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 19.30.

Infine si può anche contattare IAT Sarzana in Piazza San Giorgio al telefono 0187 620419. Da martedì a domenica dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 17 alle ore 19.30.

Per info contattare la mail info@teatrocivico.it