Genova – In molti, passeggiando per la zona di Terralba, nel quartiere genovese di San Fruttuoso, si domandano l’origine del nome di Via dell’Albero d’oro che collega con la celebre Villa Imperiale,
una delle dimore patrizie più belle e note della città.
Una delle spiegazioni più note è quella che vuole che il curioso nome derivi da una delle tante leggende della tradizione Genovese.
Un tempo, la zona di San Fruttuoso era ricca di alberi, foreste e campi di frutta e verdura. Parte dei terreni, tra cui quelli adiacenti all’ingresso della Villa, appartenevano a un nobile molto ricco, ma che aveva il terribile vizio del gioco dei dadi.
Proprio a causa di questa sua cattiva abitudine, si narra che perse tutta la sua fortuna e che l’unica cosa che gli rimase fosse un piccolo lotto di terra vicino a Villa Imperiale dove cresceva un albero di alloro.
Il nobile, ormai prossimo alla totale rovina, decise di tentare un’ultima giocata scommettendo l’albero: la fortuna questa volta si schierò dalla sua parte e riuscì a vincere. Così, galvanizzato dalla vittoria, continuò a giocare scommettendo sempre l’albero che l’aveva salvato dalla bancarotta e piano piano, incredibilmente, riuscì a ricostruire la sua fortuna.
L’albero in questione visse fino agli anni ’80 del secolo scorso,quando fu tagliato per essere sostituito da uno più giovane.
La leggenda del nobile ci insegna una preziosa lezione di vita: non sempre ciò che costa molto è sinonimo di ricchezza. A volte le cose più ricche coincidono con le cose semplici, proprio come l’albero di alloro che riuscì a salvare il nobile.
La leggenda dell’Albero d’oro è molto simile ad un’altra vicenda molto simile ma che vede al centro della storia un albero di Melograno che da il nome ad un celebre palazzo nobiliare di piazza Campetto, detto appunto “Palazzo del Melograno”