Genova – Spazi riqualificati, all’interno del carcere di Marassi e di Pontedecimo per accogliere i bambini che attendono di poter incontrare i propri genitori detenuti. E’ il progetto “La Barchetta rossa e la Zebra” avviato con un incontro informativo con 100 detenuti dei due istituti carcerari.
L’incontro si è svolto all’interno del Teatro dell’Arca che sorge dentro le mure del carcere di Marassi e si è parlato di contrasto alla povertà educativa e di favorire la relazione tra figli e genitori detenuti . Il progetto è finanziato dal Bando Prima Infanzia (0-6 anni) ed è approvato dall’Impresa Sociale Con i Bambini. La Fondazione Francesca Rava N.P.H Italia Onlus è il promotore, la Cooperativa Sociale Il Cerchio delle Relazioni, ne è capofila.
La barchetta rossa e la zebra è una iniziativa sviluppata in sinergia con l’Amministrazione penitenziaria locale e dell’esecuzione penale esterna, il Comune di Genova e le Associazioni territoriali del Terzo Settore: la Cooperativa Sociale Il Biscione, Veneranda Compagnia di Misericordia, il Centro Medico psicologico pedagogico LiberaMente, ARCI Genova e CEIS Genova. Si avvale inoltre del supporto dell’Associazione BambiniSenzaSbarre Onlus, impegnata nella tutela dei diritti dei figli dei detenuti.
L’evento si è tenuto presso il Teatro dell’Arca, all’interno della C.C. Marassi, dove Enti, Autorità, Istituzioni e Partner, hanno illustrato ad una platea composta anche di circa 100 detenuti provenienti delle C.C. Marassi e Pontedecimo, le finalità del progetto il cui obiettivo è duplice. Da una parte, la Comunità educante attiverà nuove strategie per contrastare la povertà educativa. Dall’altra, si intende facilitare la relazione e l’incontro dei figli di genitori detenuti.
Per questo saranno riqualificati alcuni spazi all’interno delle C.C. Marassi e Pontedecimo, che diventeranno luoghi di ascolto e di accoglienza a misura di bambino. In questi spazi, i bambini saranno seguiti dagli educatori in diverse attività ludiche e formative, in attesa dell’incontro con la mamma o il papà.
L’incontro informativo è stato moderato da Maria Chiara Roti, vice-presidente Fondazione Francesca Rava N.P.H.Italia Onlus, che ha dichiarato:«Creando spazi protetti, sarà possibile sostenere e tutelare i bambini, evitando loro lunghissime attese prima di poter accedere all’interno delle strutture penitenziarie e offrendo attività formative e ludiche che favoriscano l’incontro e la relazione con il genitore». La Vice-Presidente della Fondazione Francesca Rava, ha dato poi la parola ad Elisabetta Corbucci, coordinatrice Cooperativa Sociale Il Cerchio delle Relazioni e capofila del progetto, che ha asserito: «Il nostro obiettivo è quello di creare una rete con tutti gli operatori che lavorano a stretto contatto con i detenuti e le loro famiglie. In questo modo sarà possibile non solo mettere a disposizione la nostra esperienza ma, nello stesso tempo, acquisire informazioni e strumenti indispensabili per intercettare e gestire eventuali conflitti nelle relazioni familiari».
Per il Comune di Genova presente Francesca Fassio, assessore alle Politiche Educative e dell’Istruzione, alle Politiche Socio-Sanitarie e alla Casa, che ha affermato: «Questo progetto rappresenta l’opportunità di integrare e rafforzare la rete tra servizi, associazioni e le complesse realtà penitenziarie. E’ un vero e proprio strumento educativo e di riconoscimento della dignità del rapporto tra figli e genitori detenuti, nonché del loro nucleo familiare». Il progetto è stato sostenuto anche da Liana Burlando, direzione Politiche Sociali del Comune di Genova.
Fondamentale la presenza di Maria Milano, direttore C.C. Marassi: «La riqualificazione di alcuni ambienti all’interno delle Case Circondariali, è necessario non solo per una adeguata accoglienza dei bambini in attesa dell’incontro con il genitore detenuto, ma anche per il personale penitenziario che potrà lavorare in maniera più consona e decorosa», ha sottolineato Maria Milano, che ha concluso: «Il progetto è anche strutturale e educativo, grazie alla rete intessuta con le varie Associazioni territoriali. Quindi, una grande ricchezza per il nostro territorio».
Parole sostenute da Isabella De Gennaro, direttore C.C. Pontedecimo, che ha aggiunto: «Per quanto possibile, auspichiamo che il carcere diventi un ambiente capace di accogliere adeguatamente il bambino, per consentire una certa serenità nel momento dell’incontro con il proprio genitore. Sappiamo perfettamente quanto per le detenute, ma anche per i detenuti, sia fondamentale non recidere il legame genitoriale. Del resto il nostro ordinamento penitenziario considera le relazioni con i familiari, con i congiunti e con i conviventi un elemento imprescindibile del trattamento, per offrire una autentica opportunità di riflessione sul proprio passato e dare una speranza per il futuro». Per l’Amministrazione penitenziaria, è intervenuta anche Bianca Berio, direttore Ufficio Distrettuale Esecuzione Penale Esterna (UDEPE), di Genova.
Di grande rilevanza anche la presenza di Stefano Tabò, Consigliere Amministrazione Impresa Sociale Con i Bambini e Presidente di CSVnet, che ha sottolineato: «L’aspetto interessante di questo progetto è il concetto di rete e corresponsabilità, al fine di garantire ai figli di genitori detenuti una comunità più coesa sia nel presente che nel futuro». Gli fa eco Giovanni Di Mento, ufficio attività istituzionali Impresa Sociale Con i Bambini:«Abbiamo selezionato questo progetto perché rappresenta due obiettivi chiave: il potenziamento dei servizi educativi, il rafforzamento e il coinvolgimento della genitorialità, che sarà sostenuta in un’ottica di presa in carico globale dei minori e delle loro famiglie».
La barchetta rossa e la zebra è sostenuta anche dalla consolidata e preziosa partnership con Andrea Giustini, presidente del Gruppo EcoEridania e Corporate-Partner del progetto, che da sempre affianca le numerose iniziative dalla Fondazione Francesca Rava. «Abbiamo condiviso subito questo progetto, perchè profondamente convinto di donare alle carceri della nostra città spazi che permettano alle madri detenute di salvaguardare il proprio ruolo genitoriale. La pena, seppur imprescindibile, deve essere considerata secondaria rispetto ai diritti del minore», ha specificato Andrea Giustini: «Siamo orgogliosi di destinare, insieme alla Fondazione Francesca Rava, la beneficenza della nostra raccolta natalizia a questa azione concreta di sostegno all’infanzia. Il sodalizio con la Fondazione è per noi un punto imprescindibile della nostra vita aziendale».
Contenuti degni di nota sono stati esposti anche da Lia Sacerdote, presidente dell’Associazione BambiniSenzaSbarre Onlus, leader nella promozione dei diritti dei figli dei detenuti. «La barchetta rossa e la zebra è un esempio tangibile di come determinati processi possano cambiare, pur trattandosi di una realtà complessa e articolata come quella del carcere», ha spiegato Lia Sacerdote. Secondo la Presidente, infatti, il progetto rispecchia perfettamente «i principi contenuti nella Carta Italiana dei Diritti dei figli dei detenuti, che comprende 9 articoli in cui vengono declinati i bisogni imprescindibili per il mantenimento di questa complessa relazione».
L’evento è stato arricchito da un monologo incentrato sulla relazione tra figli e genitori detenuti, scritto e interpretato da Igor Chierici, attore teatrale e drammaturgo. L’incontro è terminato con la consegna di un premio di partecipazione per i detenuti iscritti al corso scolastico di Grafica Pubblicitaria condotto dall’Istituto Vittorio Emanuele Ruffini presso la C.C. Marassi, che hanno preso parte al Concorso di Idee per la produzione di spunti creativi finalizzati alla creazione del logo del progetto.