Genova – S0no emersi dalle acque di Capo Noli, in provincia di Savona, gli straordinari reperti che raccontano della Battaglia di Genova, lo scontro avvenuto nel 1795 tra la flotta inglese e quella francese nelle acque del Mar Ligure.
Un cannone, un fascio di moschetti, un braciere e una spingarda, tutti risalenti all’epoca napoleonica, sono stati individuati dai palombari del Comsubin della Marina Militare.
I ritrovamenti risalgono allo scorso luglio quando tre palombari iperbarici hanno condotto alcune operazioni con la tecnica della saturazione, effettuando uno scavo a 65 metri di profondità.
L’intervento ha permesso di avere maggiori informazioni circa la battaglia del 1795 e di riportare a galla ulteriori reperti dal relitto di una scialuppa armata francese. Il deposito archeologico ha una estensione di circa sette metri ed al suo interno conservava un cannone francese di bronzo, un fascio di cinque moschetti risalenti al 1786 e una spingarda.
I ritrovamenti saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa a favore del Fai, il fondo ambientale italiano, che si svolgerà domani, venerdì 16 novembre, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica al Comsubin de Le Grazie alla Spezia.
La Battaglia di Genova si ritiene essere il primo vero scontro navale della storia.
Nel marzo del 1795 i Francesi stanno riorganizzando la flotta mediterranea, semidistrutta dagli Inglesi a Tolone due anni prima.
Risistemata la flotta, salpano in direzione della Corsica per liberarla proprio dagli Inglesi: 15 vascelli, 7 fregate e 15 corvette prendono il mare.
Gli Inglesi, ormeggiati a Livorno, vengono a conoscenza del piano e levano le ancore iniziando la caccia alle imbarcazioni nemiche, individuandole dopo quattro giorni di navigazione.
L’ammiraglio Nelson, sotto il comando del contrammiraglio William Hotham, guida la fregata Incostant e l’Agamennon, quando incrociano il vascello Ça Ira, con 80 cannoni, apre il fuoco. Ma lo scontro tarda ad arrivare.
I Francesi sono rallentati dalla bonaccia e si trovano a 21 miglia da Genova, mentre Ça Ira è a largo di Capo Noli ed è un bersaglio facile per gli antagonisti che attaccano.
Dopo 5 ore di combattimento, la flotta francese dell’ammiraglio Martin si allontana abbandonando le proprie unità non riuscendo a rispondere al fuoco nemico.
Una manovra sbagliata porta la Ça Ira a scontrarsi con la Censur, facendo cadere tutta la sua velatura su quest’ultima e incastrando le due navi, facile bersaglio di Nelson e dei suoi che catturano entrambe le imbarcazioni.
Gli storici attribuiscono la sconfitta francese non tanto all’inferiorità numerica, nel complesso lieve, ma all’impreparazione e all’inesperienza degli equipaggi, degli artiglieri e degli ufficiali francesi, ancora stavolta dalle epurazioni della Rivoluzione Francese.