Genova – Si terrà quest’oggi, martedì 11 dicembre, nel foyer del Teatro della Tosse, l’incontro organizzato da Medici Senza Frontiere con Chiara Montaldo, medico infettivologo genovese di MSF.
Dalle 18.30, la dottoressa Montaldo racconterà la sua missione in Repubblica Democratica del Congo come coordinatore medico della più grave epidemia di Ebola mai registrata nel paese, dalla scoperta del virus nel 1976.
A moderare l’incontro sarà Matteo Macor, giornalista di Repubblica e inviato di Propaganda Live.
L’8 maggio scorso, una prima epidemia di Ebola ha interessato la Repubblica Congolese, nella provincia dell’Equatore. Vista l’emergenza, MSF è prontamente intervenuta creando zone di isolamento, centri per il trattamento dell’Ebola e, per la prima volta, lanciando un intervento di vaccinazione ad anello di tutti i contatti di pazienti Ebola confermati e degli operatori sanitari attivi nelle zone colpite. Un nuovo focolaio, arrivato ad agosto, è scoppiato in Nord Kivu, dove si sta attualmente diffondendo in località urbane e aree isolate, difficili da raggiungere anche a causa del conflitto in corso. Ad oggi risultano contagiate 440 persone, di queste 255 sono morte.
Si registrano casi in aumento anche nelle città di Butembo, Kalenguta e Katwa. Proprio a Butembo Medici Senza Frontiere gestice un centro di trattamento ebola, aperto anche a Mangina e Tchomia. A Bunia è stato aperto un centro di isolamento mentre un centro di transito si trova a Beni. L’attività di MSF nelle aree colpite è quella di controllo, prevenzione e sensibilizzazione nei centri di salute e tra le comunità colpite.
Chiara Montaldo, coordinatore medico per l’emergenza, spiega: “Siamo molto preoccupati per la situazione epidemiologia nell’area di Butembo. Sappiamo che questa epidemia sarà lunga e che dobbiamo aumentare i nostri sforzi per controllarla. D’accordo con le autorità abbiamo preso la decisione strategica di estendere le nostre attività per essere più vicini alle popolazioni colpite e formare le persone chiave all’interno delle comunità per raggiungere i pazienti e i loro familiari“.