Genova – Una vera e propria lotta contro il tempo, quella in atto tra gli uffici preposti per poter rispettare la promessa, fatta dal Sindaco e Commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, di iniziare la demolizione di ciò che resta del ponte Morandi entro sabato 15 dicembre.
Oggi rientrano i reperti inviati in Svizzera per le analisi che potranno forse rispondere ai dubbi su cosa abbia causato il crollo e la morte di 43 persone e nel frattempo proseguono febbrili gli incontri e le trattative per arrivare al più presto ad una definizione dei ruoli nel cantiere che dovrà essere operativo e al lavoro entro sabato.
Sul campo aziende del calibro di Carena, EcoEridania, Vernazza ma anche Fagioli Spa e Omini che, insieme, dovrebbero costituire un’associazione temporanea di imprese finalizzata a completare l’allestimento del cantiere e avviare la demolizione vera e propria, a partire dal lato di ponente del ponte.
Un altro gruppo di imprese, su impulso del commissario Bucci, potrebbe invece essere costituito per le fasi della ricostruzione che potrebbe essere affidata a Fincantieri insieme a Salini-Impregilo e dal gruppo Cimolai. L’intento è quello di convincere le varie cordate, che hanno presentato singoli progetti per la ricostruzione, a collaborare unendo i propri punti di forza, per arrivare quanto prima ad un progetto comune che renderebbe più semplici tutte le procedure.