Genoa – Milan si giocherà come previsto alle 15, con buona pace dei residenti del quartiere di Marassi, di una città che aveva chiesto rispetto per l’emergenza e degli studenti che dovranno interrompere in anticipo le lezioni per evitare un eventuale contatto con pseudo-tifosi come quelli che, nel 1995 provocarono scontri all’esterno nello stadio che causarono la morte per accoltellamento di un tifoso genoano.
L’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive, alle dirette dipendenze del ministro dell’Interno Matteo Salvini, notoriamente tifoso del Milan, non ha tenuto in alcuna considerazione le richieste giunte da più parti per una modifica dell’orario per giocare la partita o lo spostamento ad altra data dell’incontro.
Richieste giunte dal Municipio del quartiere di Marassi che sperava di non vedere sommare le difficoltà per l’emergenza del crollo del ponte Morandi, con una gran parte del traffico proveniente da Levante che si scarica per le vie del quartiere, con quelle di un incontro classificato come “a rischio” per i precedenti del 1995 ma anche per i ben noti “attriti” tra le frange più estreme delle due tifoseria.
A nulla sono valsi gli appelli lanciati dai dirigenti delle scuole che si trovano più vicino allo Stadio e che chiedevano lo spostamento per evitare che l’uscita degli studenti coincidesse con il passaggio nella zona di gruppi organizzati di tifosi tra i quali potrebbero nascondersi nuclei di pseudo-tifosi interessati più alla violenza che al gioco in campo.
Le scuole, per la prima volta nella storia, chiuderanno in anticipo e docenti e studenti dovranno sospendere prima del tempo il loro lavoro per consentire lo svolgimento di un incontro seguito da un pubblico ridotto dalla protesta della tifoseria genoana.
Schiaffo anche alla stessa tifoseria rossoblu che aveva chiesto la modifica dell’orario e che protesterà disertando lo stadio proprio per il mancato rispetto per la città e contro le recenti notizie che darebbero il più forte tra i giocatori della squadra in partenza proprio per il Milan.
Protestano anche i sindacati delle forze dell’ordine che dovranno militarizzare il quartiere di Marassi nelle ore di punta del traffico, durante una normale giornata di lavoro e solo perché chi avrebbe potuto non ha scelto la “via più semplice” per evitare ogni rischio, ovvero far giocare l’incontro a porte chiuse o vietando la trasferta alla tifoseria milanista.
Così, per l’insensibilità verso una città che ha già i suoi grossi problemi, la partita Genoa-Milan si giocherà e ogni disagio ed ogni pericolo sarà a carico esclusivo di chi abita e lavora nella zona di Marassi.