Genova – Sono oltre 2.300 le persone coinvolte a vario titolo nelle indagini sui cosiddetti “furbetti” degli esami sanitari “facili”. Persone che, con scuse varie, hanno potuto sottoporsi ad esami medici e sanitari senza code e senza pagare ticket. Uno scandalo che affonda le sue radici in una catena di “favori” e di “cortesie” che potrebbero non essere solo casuali.
Medici e personale sanitario compiacente che potrebbe aver agevolato parenti, amici e “amici degli amici” per bypassare code lunghissime per esami medici anche di importo molto elevato e non pagare ticket.
Scoperto il “trucco” – far risultare i pazienti come “ricoverati” all’ospedale, si indaga ora per capire l’entità del danno, rilevante, e l’eventuale presenza di una vera e propria “associazione” in grado di assicurare ai pazienti di arrivare nei laboratori per gli esami senza incappare nei controlli che certamente dovevano esserci e per i quali qualcuno era certamente responsabile.
Uno scandalo che potrebbe far scattare altri ancora più accurati controlli, anche in altri ospedali genovesi e liguri dove il sistema di prenotazione degli esami è piuttosto simile.
La Regione Liguria ha già attivato le procedure interne per le verifiche e verrà costituita una speciale commissione che deciderà anche le punizioni per i dipendenti infedeli che hanno in qualche modo autorizzato queste procedure truffaldine. Possibili anche i licenziamenti.
Resta da capire se, come si augurano le associazioni dei Consumatori, la Regione e lo stesso ospedale si costituiranno parte lesa nei processi che seguiranno le indagini della magistratura.
In questo modo, infatti, gli enti pubblici potranno rivalersi sui “furbetti” in sede civile, richiedendo la restituzione delle somme ingiustamente sottratte alle casse pubbliche.