Genova – Inizieranno sabato notte per concludersi nella mattinata di domenica, al porto VTE di Prà-Voltri, le operazioni di bonifica del container “esplosivo” che giace da mesi in un’area isolata del terminal portuale.
Vigili del fuoco, artificieri e personale specializzato interverranno per rendere inoffensivo il materiale trasportato nel contenitore giunto dalla Cina e diretto ad una azienda lombarda.
Un carico estremamente pericoloso, bloccato da un controllo a campione – non tutte le merci in arrivo a Genova vengono controllate per carenza della strumentazione necessaria – a base di solfuro di dimetile che, a contatto con l’aria, può generare una fortissima esplosione chimica, contaminando l’area circostante.
Il container era stato bloccato dal personale del terminal e poi verificato da Arpal, vigili del fuoco e tecnici specializzati che avevano confermato la presenza di materiale molto pericoloso e la impossibilità di far proseguire il viaggio alle merci.
Il blocco del contenitore arrivato via mare dalla Cina è durato mesi e finalmente ora verrà bonificato.
Il container verrà isolato con una fascia di isolamento di circa 300 metri nei quali sarà proibita ogni presenza di altri container oltre al passaggio delle persone e i tecnici inizieranno ad immettere gas inerti come l’azoto, per impedire la reazione chimica che genererebbe una fortissima esplosione.
Il container verrà poi rimosso e trasferito altrove per le successive operazioni di bonifica.
Forte la preoccupazione della popolazione che vive a breve distanza dal Terminal e che, ancora una volta, si trova a convivere da vicino con materiali pericolosi o di dubbia provenienza.
Poco tempo fa era stato un container pieno di rottami metallici radioattivi ad aver fatto scattare l’emergenza con l’isolamento del container in una zona defilata rispetto al resto del terminal e in sicurezza rispetto ai palazzi ma comunque troppo vicino alle case secondo i residenti.
In particolare, ad impensierir chi abita nella zona, la mancanza di controlli “a tappeto” su tutti i container in ingresso, con l’uso degli scanner come avviene in tutti gli scali d’Europa dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre del 20o1.
In Italia i controlli con lo scanner avvengono ancora “a campione” mentre la maggior parte delle merci passa attraverso controlli che altre nazioni considerano “inefficaci” o comunque “parziali” seppur perfettamente legali per la normativa italiana.