Genova – Ponte Morandi non c’è più.
Il viadotto autostradale che lo scorso 24 agosto era crollato provocando la morte di 43 persone, è stato fatto implodere.
Le pile 10 e 11, gemelle della costruzione che ha ceduto lo scorso anno, sono state fatte brillare dalle microcariche posizionate dagli incursori del 9° Reggimento “Col Moschin”.
La detonazione è partita alle 9.38 e ha visto le due strutture convergere l’una verso l’altra per poi abbattersi al suolo nel giro di sei secondi.
Una implosione controllata che, secondo le prime informazioni, si sarebbe svolta nel migliore dei modi evitando addirittura il danneggiamento delle case già parzialmente demolite.
Il boato e la vibrazione legata al crollo sono state avvertite dal Vte di Voltri al Porto Antico.
Sono attualmente in corso le verifiche da parte di un pool di ingegneri per controllare le strutture in loco e per poter dare il via libera alle differenti squadre di tecnici che effettueranno tutti i controlli per il ripristino della normale situazione.
Potenziata la presenza dei sanitari del 118, chiamati a intervenire per soccorrere una bambina di 12 anni che ha accusato un malore e che è stata trasferita all’ospedale pediatrico Giannina Gaslini, e per aiutare un anziano sfollato che ha dimenticato a casa i farmaci ed è stato portato al Villa Scassi.
Le centraline dell’Arpal hanno lavorato in tempo reale monitorando la qualità dell’aria; i dati raccolti permetteranno la verifica circa la presenza di amianto che sarà misurata nel laboratorio centrale dell’Arpal.
Ci vorranno quattro ore per avere i primi valori. Come ha spiegato anche il sindaco di Genova Marco Bucci, una seconda lettura sarà effettuata questa sera intorno alle 21.00 e consentirà o meno il rientro a casa degli sfollati.