calcinacci viadotto MeleMele (Genova) – Da anni denunciano di ritrovare per strada, sui tetti e nei giardini, calcinacci e pezzi di cemento caduti dal viadotto Mele sull’autostrada A26 Voltri – Gravellona Toce.
Sono residenti di un gruppo di case che sorgono non lontano dal viadotto alto 172 metri e che rappresenta uno dei punti nevralgici dei collegamenti autostradali tra il Nord Italia e la Liguria.

Denunciano da tempo di ritrovare pezzi di cemento, ferraglie e pezzi di metallo che, a loro dire, pioverebbero letteralmente dal cielo e, in particolare, dal sovrastante viadotto.
Dopo decine di lettere e chiamate hanno deciso di estendere la loro denuncia ai Social e sui loro profili Facebook pubblicano foto dei pezzi di cemento e detriti vari che – a loro dire – proverrebbero dal viadotto.

Segnali di un ammaloramento molto profondo della struttura e che meriterebbero una verifica approfondita. La caduta di pezzi di cemento del peso di diversi chili da un’altezza di 170 metri è già di per sè un pericolo ma se i pezzi caduti rivelassero il cedimento della struttura potrebbero rappresentare un inquietante campanello di allarme sullo stato di salute del viadotto.
Troppo per essere “ignorato” dopo la tragedia del crollo di ponte Morandi, sull’autostrada A10 Genova – Ventimiglia, che ha ucciso 43  persone.

“Da anni piovono pezzi del viadotto che da Genova Voltri porta a Masone – scrivono su Facebook i residenti – Un viadotto ad altissima densità di traffico, soprattutto di mezzi pesanti. Questi calcinacci cadono in mezzo alle case, rischiando di ferire se non uccidere qualcuno. L’8 di Agosto 2019 la Società Autostrade ha mandato degli operai a lavorare lì sopra. Peccato che non hanno messo nessuna protezione e piovevano pietroni. Solo dopo la segnalazione degli abitanti, la Polizia Stradale ha fatto allontanare gli operai. Nonostante le ripetute segnalazioni e denunce a quanto pare il tutto è rimasto inascoltato”.

Ci si augura che, comunque stiano le cose, qualcuno si faccia carico delle denunce e delle segnalazioni e proceda alla verifica dei materiali recuperati e ancora conservati dai residenti.
E’ infatti possibile valutare se si tratta o meno di materiale proveniente dal ponte autostradale e, nel caso, procedere alle verifiche più utili a valutare l’effettivo stato di salute del viadotto e a porre in essere le misure necessarie a proteggere chi passa e vive sotto di esso.