Genova – Era entrato in carcere da poche ore il detenuto in attesa di giudizio per maltrattamenti che si è tolto la vita nella cella dove era rinchiuso nel carcere di Marassi.
A darne notizia il sindacato Sappe della Liguria.
L’uomo si sarebbe impiccato in circostanze ancora tutte da chiarire. Il personale di servizio è prontamente intervenuto praticando le operazioni di massaggio cardiaco con il successivo invio all’ospedale cittadino ma, purtroppo, di li a poco è avvenuto il decesso.
Si tratte del secondo suicidio nel carcere di Marassi da inizio dell’anno. Un dramma del quale nessuno deve fare finta di nulla.
“Non conosciamo le cause che hanno indotto all’insano gesto – spiega il Sappe – ma di fatto esiste un disinteresse alle condizioni di vita della popolazione detenuta a Marassi che è discutibile sin dai dati numerici con 730 detenuti il 57% sono stranieri, che devono che devono convivere in spazi per 525 posti, un quadro penitenziario, quello di Marassi che si rappresenta con il 33% di detenuti tossicodipendenti, il che significa problemi di varia natura, dalle crisi di astinenza alla richiesta di appositi farmaci e assistenza medica e paramedica, di eventi critici ormai quotidiani che spaziano,(dati primo semestre 2019) dai quasi 100 atti di autolesionismo, già un suicidio, 73 colluttazioni e 40 ferimenti, un decesso per cause naturali”.
Il Sappe denuncia inoltre le continue aggressioni che subisce la polizia penitenziaria all’interno degli istituti della Liguria e a Marassi in modo particolare.