Genova – Sono state due tonnellate di intonaco e non calcinacci a precipitare dalla volta della galleria Berté, sulla A26, nella serata di domenica 29 dicembre, e che solo per miracolo non hanno colpito mezzi in transito.
E’ quanto emerso dai rilievi effettuati su incarico della Procura di Genova che, subito dopo il crollo nella galleria di Masone, ha avviato un’indagine per disastro colposo e ha disposto il sequestro del materiale crollato.
L’inchiesta, per il momento, è a carico di ignoti mentre proseguono i lavori di ripristino dei tecnici senza avere certezze sulla riapertura.
Un’azienda altamente specializzata in tunnel sta procedendo con controlli capillari su tutta la galleria e parallelamente si sta stilando il progetto di ripristino da attuare prima della ripresa della circolazione sul tratto in questione.
Per il momento la viabilità prosegue a corsie alternate con un bypass mentre si cerca la soluzione più rapida e sicura per evitare la congestione del traffico.
Secondo quanto riportato da Repubblica, gli inquirenti della Stradale avrebbero messo sotto la lente altre tre gallerie tra gli svincoli della A7 e della A12.
Si tratterebbe delle gallerie Monte Sperone, Torbella e Monte Galletto, tutte e tre in passato oggetto di interventi di manutenzione e consolidamento.
La sospensione dei due tecnici Spea che due mesi fa si sono occupati delle verifiche, sarebbe invece cautelativa.