Genova – Sette ore e mezzi per percorrere con l’ “alta velocità” la tratta Roma – Genova con il Frecciabianca. Una vera e propria odissea quella vissuta ieri sera dai passeggeri dei treni ad alta velocità che collegano ogni giorno la Capitale con il capoluogo ligure.
In particolare i viaggiatori del Frecciabianca 35626 che partiva da Roma Termini alle 16,57 e sarebbe dovuto arrivare a Genova Principe alle 21,57.
I viaggiatori, dopo una serie di peripezie, sono arrivati nel capoluogo genovese poco prima di mezzanotte, con un ritardo di oltre due ore.
I primi problemi del convoglio si registrano a Grosseto, in Toscana, dove il treno si ferma a lungo e dove i passeggeri vengono informati di un ritardo causato da un incidente avvenuto tra Grosseto e Campiglia.
Un ritardo che viene “presentato” ai passeggeri inizialmente di 60 minuti e che, via via, diventa di oltre 2 ore.
Molti passeggeri, spazientiti, decidono di scendere per “sgranchirsi le gambe” mentre il personale “rassicura” dicendo che la pausa non durerà meno di 90 minuti.
Improvvisamente, però, dopo pochi minuti di sosta, il treno chiude le porte e riparte, senza alcun segnale e lasciando alcuni passeggeri a terra che si erano recati al bar della stazione per una “pausa caffè”.
Pochi minuti dopo, però, nuova fermata a Campiglia dove viene nuovamente annunciato il ritardo che diventa “ufficialmente” di circa 90 minuti.
Alla stazione di Pisa le disavventure dei passeggeri del Frecciabianca 35626 toccano “il picco” con il convoglio che si ferma e non riesce a ripartire e viene “affiancato”, su un altro binario, dal Frecciabianca successivo.
I passeggeri chiedono ripetutamente spiegazioni al personale ma nessuno ottiene risposte precise sino a quando un gruppo di persone decide di trasferirsi dal primo convoglio, ormai palesemente guasto, al Frecciabianca in partenza sull’altro binario.
A questo punto il personale di bordo “suggerisce” a tutti il trasbordo e ne segue una fuga precipitosa per raccogliere in fretta e furia i bagagli, scendere dal primo treno per passare al secondo.
Il viaggio prosegue tra comprensibili disagi, con i passeggeri “in più” costretti a sistemazioni di fortuna come il vagone ristorante dove viene offerto uno spuntino a base di salatini e merendine ma nessuna bevanda.
Il Frecciabianca accumula ancora ritardo su ritardo ed infine giunge a Genova con oltre due ore di ritardo, accompagnato dai messaggi di Trenitalia che segnalano la possibilità di chiedere un rimborso e le informazioni sulla prevenzione del coronavirus.
Turisti inferociti e pendolari che denunciano: ritardi ormai costanti e servizi davvero pessimi.
E dire che solo pochi mesi fa sembra “cosa fatta” la possibilità di collegare Roma con Genova in appena 4 ore.