Genova – Il farmaco sperimentale per curare il coronavirus realizzato negli Stati Uniti e che promette di essere una delle migliori armi anti infezione in mano ai medici è arrivato ieri pomeriggio all’ospedale San Martino di Genova ma non si può ancora usare.
Il limite è più burocratico che “reale” poiché, per il fatto di essere ancora in una fase sperimentale e non ancora autorizzato dagli organismi di controllo dei farmaci, il prodotto può essere utilizzato solo dai pazienti per i quali esiste una specifica autorizzazione.
In pratica è successo che la donna che doveva sperimentare il farmaco ed era entrata nel programma di studio con il lavoro dei medici italiani e tutte le autorizzazioni necessarie, è deceduta e quindi il suo nominativo dovrà essere sostituito da quello di uno o più pazienti per i quali è già iniziato l’iter autorizzativo.
Una precauzione necessaria per evitare che i farmaci circolino senza la necessaria prudenza, prima che medici e ricercatori ne abbiano valutato non solo l’efficacia, che sembra molto alta, ma anche i potenziali rischi o effetti collaterali.
I medici dell’ospedale San Martino hanno già iniziato la corsa contro il tempo per arrivare all’autorizzazione per l’uso del farmaco sperimentale anche su altri pazienti e presto inizieranno le cure.
Se la risposta sarà quella prevista e che è stata verificata su altri pazienti negli Stati Uniti, una nuova formidabile arma al servizio della medicina verrà introdotto nella lotta al coronavirus.
In casi come questi, è un comitato scientifico ad autorizzarne l’uso su singoli specifici pazienti di cui deve essere noto tutto l’iter medico.
Il farmaco non andrà perduto e verrà destinato ad un altro paziente ma occorre aspettare le autorizzazioni necessarie.