Savona – Continuava a restare aperta agli atleti in barba ai dicieti anti coronavirus la palestra sequestrata dai carabinieri in Val Bormida, nel savoneese, dove i militari hanno denunciato ben 70 persone durante i controlli nel fine settimana.
Stare chiusi in casa è fondamentale per tutti, per la collettività, per chi come medici, forze dell’ordine e tante altre categorie, è tenuto a continuare a lavorare per aiutare gli altri ma soprattutto è fondamentale per chi invece si ostina ad uscire anche senza motivo.
Se restiamo chiusi in casa abbiamo la certezza, laddove non ci sono persone contagiate in famiglia, di essere al sicuro, in nessun modo potremo venire in contatto col VIRUS e quindi non dobbiamo temere. Ogni volta che usciamo siamo esposti al rischio di contagio.
Ora le misure, ancor più restrittive, devono essere rispettate da tutti eppure non mancano fatti al limite dell’incredibile. Solo tra sabato e domenica sono state denunciate 76 persone.
Gente trovata a spasso, a bere sulle panchine, a prendere il sole anche nelle aree verdi che, seppur non recintate, sono state interdette con nastri e avvisi. Nulla, nulla di tutto questo ferma queste persone, durante i controlli si continuano a trovare ciclisti, sportivi che si spostano lungo l’Aurelia da un comune all’altro, gente che porta a spasso cani a km da casa o, come accaduto in Valbormida, addirittura una palestra aperta e all’interno il titolare e 2 persone che si allenavano (non parliamo neanche di atleti professionisti).
La denuncia è scattata anche per il titolare e oltre al sequestro penale della palestra è stata inoltrata al Prefetto di Savona la proposta di chiusura dell’attività.