Genova – Ancora un decesso per coronavirus tra gli operatori sanitari che lottano contro il virus in Liguria. Si tratta di Pedro Garcia, 52 anni, operatore socio sanitario della residenza protetta (RSA) San Camillo di via Domenico Chiodo, al Righi.
L’uomo è deceduto questa mattina sollevando il coperchio su una situazione troppo a lungo taciuta e forse sottostimata dalle stesse autorità sanitarie della Liguria e del resto d’Italia: la concentrazione di tanti anziani debilitati in strutture dove i test per la positività al virus potrebbero essere arrivati con ritardo rispetto ad altre strutture sanitarie e dove, ancora oggi, non è del tutto stato chiarito come sia la situazione per decessi e contagi.
A denunciarlo la UIL che stamane ha diffuso un comunicato di fuoco che torna sulle domande rimaste senza risposta.
“Dopo numerosi e disperati appelli alla struttura, alle istituzioni regionali e alla prefettura – scrivono Mario Ghini e Riccardo Serri, segretario generale Uil Liguria e Uiltucs Liguria – non possiamo accettare questa morte sul lavoro come se fosse una tragica fatalità. La Uil si costituirà parte civile su questa assurda vicenda che è un esempio di come è stata affrontata l’emergenza all’interno delle Rsa della Liguria”.
In particolare i sindacati lamentano il tardivo ricorso agli strumenti di protezione per il personale impegnato in un vero e proprio “fronte” nella battaglia al coronavirus.
“Abbiamo chiesto con forza che si mettesse mano alla mancanza di misure di sicurezza personale – prosegue il comunicato UIL – e lo abbiamo chiesto a più livelli ma gli operatori socio sanitari e gli ausiliari sono stati mandati al fronte disarmati. Qualcuno dovrà pagare per essersi girato dall’altra parte, ma in queste ore il timore è quello che la conta dei decessi tra gli OSS possa crescere”.
Il sindacato ricorda che “medici e infermieri stanno facendo un grande lavoro, ma gli OSS che sono l’anello fragile della catena, non vengono nemmeno contemplati tra la forza lavoro da proteggere e salvaguardare”.
Una situazione potenzialmente esplosiva visto che le residenze protette per anziani in Liguria sono ben 230 e che sono oltre 12mila gli anziani ricoverati e altri 8mila gli operatori al lavoro nelle strutture.
Un settore che ha già fato registrare oltre 800 decessi nel periodo tra fine febbraio e il 5 aprile anche se “solo” duecento sarebbero ascrivibili al coronavirus.
Nelle prossime ore potrebbe essere aperta una nuova indagine della Procura di Genova sul decesso dell’operatore sanitario e per accertare eventuali responsabilità e ritardi nelle misure di sicurezza adottate e prescritte dai responsabili della salute pubblica.
Un’altra inchiesta era stata aperta pochi giorni fa sulla morte di due anziane sorelle ospitate in una struttura cittadina e decedute a pochi giorni di distanza ma ufficialmente non collegati al coronavirus.
I familiari intendono sapere se sono stati fatti i test necessari e come mai le due anziane donne sono morte a breve distanza di tempo tra loro.