Genova – Il sindacato SHC Oss ha diffidato la Regione Liguria per l’assunzione dei personale che non in possesso di abilitazione professionale e invita il presidente Giovanni Toti e l’assessore alla Sanità Viale a rispettare le leggi nazionali che non possono essere oggetto di modifica con normative regionale.
In una lettera denuncia, il sindacato professionale “Human Caring Sanità” rammenta alla Regione Liguria che non si possono assumere allievi infermieri e Oss neppure in una situazione di emergenza come quella che sta vivendo la Liguria con il coronavirus e in presenza di graduatorie professionali che garantirebbero invece la possibilità di far lavorare personale qualificato e certificato.
Ecco il testo della denuncia:
“La scrivente O.S ritiene di dover intervenire con forza sulla situazione in oggetto, nel rispetto della tutela degli operatori che coinvolti in questa pandemia ci chiedono rassicurazioni in merito.
È pervenuta alla scrivente la segnalazione che le strutture RSA e Asl stanno assumendo allievi oss, e non si comprende con quale contratto di lavoro sono assunti.
Invece di potenziare la mancanza di personale reclutando personale dalle graduatorie aperte come previsto dalle linee nazionali, si istituiscono bandi di assunzione con personale non qualificato; su questa riflessione, e analizzando quanto sta avvenendo, in cui le strutture stanno assumendo allievi oss a cui mancano ancora molti mesi per terminare il corso e acquisire l’attestato che li abilita, rimangono molti dubbi. Dove sta la legalità.?
Serve una regia unitaria (usca) indispensabile per avere un quadro dettagliato e un quadro anche sulle cure domiciliari.
Non si può colmare il personale contagiato nelle varie strutture, ASL, strutture residenziali e semiresidenziali in emergenza “ covid-19”; con personale privo dei requisiti necessari, (badanti, allievi oss e altre professioni con titoli diversi) poiché va contro l’ordinamento che prevede per lo svolgimento della professione di operatore sociosanitario, come espressamente previsti dall’art. 3 octies, D. Lgs. 502/1992, introdotto dall’art. 3, comma 1, D. Lgs. 229/1999, dall’Accordo Stato Regioni del 22.2.2001 e, infine, dall’art. 5, L. 3/2018 ed invero, il D.L. 9.3.2020, n. 14.
Una violazione delle summenzionate normative statali che, come noto, non possono di certo essere derogate da una Deliberazione di Giunta Regionale, o attraverso bandi, neanche per motivi di grave emergenza sanitaria, causata dal covid19.
Tale violazione di legge nell’assumere personale senza qualifica è particolarmente grave, mira a non garantire “ai pazienti-ospiti” la continuità dell’assistenza nelle condizioni di massima sicurezza e al personale di operare al minor livello di rischio possibile”, essendo soggetti privi di formazione e qualifica professionale non può certamente garantire, con nocumento sia degli assistiti sia di tutto il personale sanitario.
Occorre intervenire nell’immediato poiché si determinano gravi rischi per la salute di questi allievi oss impegnati a fianco ai pazienti infetti da covid 19.
Si sottolinea che chi governa il complesso settore sanità, con azioni di tal fatta agisce con una superficialità tale da non rendersi conto che sta determinando dei seri rischi di salute per gli allievi.
A volte la “superficialità” è impressionante e ancora più grave è il fatto che chi si occupa del personale non abbia ben chiaro che l’esperienza e le capacità non sono a discrezione di, ma sono qualità che si acquisiscono con formazione adeguata.
La situazione sta diventando preoccupante, il numero dei contagiati aumenta, i decessi sono ormai fuori dimensione, i DPI continuano a mancare, e non si può evitare il collasso delle strutture con personale non qualificato con stipendio ridotto.
Infatti, s’incomincia a contare allievi oss contagiati di covid 19, dove questa impalcatura che i politici si sono inventati, non è altro che una trappola, poiché lascia il libero arbitrio alle strutture sulla stipulazione del contratto e di retribuzione, senza indicare le modalità di garanzia in caso di contagio e di infortunio, oltre a mettere a rischio la salute dell’operatore anche quello dell’ospite/paziente.
Una politica che sta dimostrando di non avere un pensiero uniforme necessario per riformare il SSN mettendo a rischio la costituzione italiana e l’art 32.
Non è la solita polemica politica, ma e la grave criticità adottate nella scelta in questa pandemia con una mancanza d’organico. Un errore che pagheremo in molti tra cittadini e questi giovani senza titolo e senza esperienza.
Per quanto sopra si sollecitano le S.V. ad intervenire con urgenza poiché siamo strettamente convinti che la grande e la grave emergenza che stiamo attraversando necessiti dell’impegno e della collaborazione di tutte le forze in campo per trovare soluzioni utili e diverse di quanto è stato messo in atto.
La segreteria SHC OSS Angelo Minghetti