Genova – Sono centinaia i residenti in Italia che si trovano bloccati all’estero e non riescono a far rientro in patria.
Le cooperazioni diplomatiche si sono attivate e le ambasciate lavorano al rientro ma i tempi sono lunghi e i costi del biglietto, spesso molto elevati, rallentano ulteriormente le operazioni.
Dal Cile, all’Australia, dall’India al Marocco, sono migliaia i residenti che sono riusciti a tornare ma per tanti altri la situazione è ancora drammatica.
Tra le situazioni più difficili c’è quella di circa cento persone che da diverse settimane si trovano bloccate in Ecuador.
“Mio marito sarebbe dovuto rientrare dall’Ecuador il 24 marzo, ma lo scoppio della pandemia ha bloccato il volo di rientro” racconta Sarah Mantovani, genovese, lontana dal marito da oltre un mese.
“Siamo disperati. Non riusciamo ad accedere alle liste per il rientro. I costi dei voli oscillano tra i 900 e i 1200 dollari ma spesso i posti sono già completi. L’ultimo volo che è partito da Guayaquil diretto a Milano con scalo a Roma lo ha effettuato la compagnia aerea Neos. Da quel momento non si è più mosso nulla”.
La preoccupazione dei familiari di quanti si trovano bloccati in Ecuador si aggiunge a quella per i figli, costretti alle limitazioni contro la diffusione del Covid-19 e spesso senza le figure di riferimento.
Tanti genitori e parenti a cui i bambini sono stati affidati raccontano di anomalie del comportamento e richieste incomprensibili, atteggiamenti spesso dettati dalle assenze che stanno subendo.
Per smuovere la situazione, Sarah ha dato vita a un gruppo Whatsapp in cui ha riunito i familiari delle persone rimaste bloccate a Guayaquil.
“In poche ore il gruppo è cresciuto e siamo arrivati a 83 persone. Viviamo tutti la stessa situazione di disagio e siamo preoccupati per i nostri cari. Alcuni hanno problemi di salute e devono prendere medicine che in Ecuador non si trovano ma ancora non abbiamo certezze sui voli di rientro”.
Le ambasciate italiana ed ecuadoriana stanno seguendo con attenzione lo sviluppo della situazione, aggravata negli ultimi giorni da numerosi tentativi di truffa.
“Si sono moltiplicati – aggiunge ancora Sarah – Sfruttano il momento di difficoltà di alcuni promettendo voli di fatto inesistenti e svuotando le carte, spesso contenenti a malapena i soldi per acquistare il biglietto di rientro”.
Sarah conclude: “Quello che desideriamo è riabbracciare i nostri cari al più presto. Abbiamo bisogno che venga garantito un volo, non chiediamo che sia gratuito ma che sia assicurata la partenza”.