Genova – Manca l’ossigeno per le terapie. La voce si è diffusa sui social ieri pomeriggio e in serata Alisa, ente regionale che sovrintende il settore Sanità in Liguria, ha smentito categoricamente ma le associazioni dei Farmacisti confermano la denuncia e lanciano l’allarme smentendo di fatto la smentita.
Si è trasformato in un “caso” che potrebbe avere risvolti giudiziari l’allarme diffuso ieri, in particolare da alcuni titolari di Farmacie e poi rilanciati dai social, riguardo una presunta carenza di ossigeno per le terapie domiciliari dei pazienti con problemi di respirazione e quindi, indirettamente, anche quelli da coronavirus.
Un allarme preciso e circostanziato che poche ore dopo è stato “smentito” da Alisa con una nota stampa e che, però, oggi è stato a sua volta smentito dalle associazioni di categoria dei Farmacisti che parlano di carenza di bombole, ovvero dei contenitori speciali, per l’ossigeno gassoso e che vengono utilizzate a domicilio dai pazienti con problemi respiratori.
Le uniche, sino a ieri, a poter essere distribuite poichè quelle indicate da Alisa come “sostituti, a base di ossigeno liquido, non potevano essere usate in ambito domestico per via delle normative che limitano all’uso ospedaliero tale tipo di prodotto.
Il comunicato di Alisa specificava che la carenza di ossigeno smentita era quella negli ospedali mentre quella di ossigeno gassoso era effettivamente conosciuta e affrontata proprio con l’autorizzazione all’uso di gas liquido anche da parte di personale non ospedaliero.
Resta però l’allarme dei Farmacisti che sostengono che risulta sempre più difficile reperire le bombole di colore bianco che vengono usate per contenere l’ossigeno gassoso prescritto a pazienti anziani o con gravi malattie respiratorie ma anche a ex pazienti covid che si curano a domicilio per gli esiti di gravi problemi bronco-polmonari.
I Farmacisti hanno lanciato l’appello a chi utilizza o ha utilizzato le bombole e magari ne ha in casa ancora inutilizzate, a riconsegnarle prima possibile perché la fornitura di altre bombole rischia di essere complicata per l’attuale emergenza covid.
Restano invece in attesa dei dettagli che Alisa dovrà fornire per quanto riguarda la fornitura di gas liquido e le attrezzature specifiche.
Il “caso” dell’ossigeno monta soprattutto sui sociale e come sempre più spesso accade, ci si domanda come sia possibile che informazioni così contrastanti possano coesistere senza che un’autorità super partes decida di indagare.