Savona – Tre discariche abusive sono state scoperte e sequestrate in provincia di Savona.
A scoprire le aree adibite a deposito incontrollato dei rifiuti sono stati gli uomini della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Savona, impegnati nel controllo contro i reati ambientali.
I sequestri sono avvenuti nei comuni di Altare, Ceriale e Albenga, i responsabili delle varie aree sono stati denunciati.
Gli uomini della compagnia di Albenga hanno sequestrato due aree adibite a deposito incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi in località Parei a Ceriale e in Regione Bagnoli ad Albenga.
Nelle discariche sono stati trovati anche frammenti di eternit, materiale considerato cancerogeno.
In particolare, sono stati sequestrati, su una superficie di circa 16.000 mq, oltre alle lastre in fibrocemento, elettrodomestici, mobili demoliti, serramenti, vari rifiuti solidi, materiale ferroso vario, PC, stampanti, fotocopiatrici, macchine da scrivere, monitor e TV dismessi, pneumatici, rifiuti derivanti da demolizioni e dismissioni di attività edile, bombole di gas metano, sedili di autoveicoli, porte e serramenti dismessi, lastre per copertura in vetroresina e materiale vetroso, materiale composto da polimero dello stirene frantumato, considerato anch’esso cancerogeno.
Proprio in prossimità di quelle località vi sono numerose serre, utilizzate per la coltivazione di piante destinate anche ad uso alimentare.
Gli accertamenti eseguiti subito dopo il sequestro hanno consentito di individuare i responsabili.
Si tratta dei titolari di due società agricole che, senza le necessarie autorizzazioni, avevano abbandonato tonnellate di rifiuti e carcasse sui terreni e nei capannoni a loro disposizione, violando le disposizioni del Testo Unico Ambientale.
I due sono stati denunciati a piede libero.
Sempre nell’ambito di un servizio in materia di polizia ambientale, i finanzieri della Tenenza di Cairo Montenotte hanno individuato, in comune di Altare, un’area di circa 450 mq. adibita a deposito di veicoli non più utilizzabili.
Le autovetture, in tutto 26, risultavano in pessimo stato d’uso ed inutilizzabili, quindi da considerarsi “rifiuti pericolosi” ai sensi della normativa ambientale, anche perché erano ancora provviste delle batterie di alimentazione ed all’interno dei motori risultavano ancora presenti liquidi vari, come l’olio motore, il liquido dell’impianto frenante ecc..
L’area e tutti i rifiuti speciali rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro penale, mentre il soggetto che ne aveva la disponibilità, un imprenditore titolare di un autosalone, è stato denunciato a piede libero alla competente Autorità Giudiziaria.
Il sequestro si è reso necessario per evitare la prosecuzione dell’attività illecita e l’aggravarsi delle conseguenze, visto che l’area si trova in prossimità di un corso d’acqua che attraversa il centro abitato.
I responsabili dei reati potranno regolarizzare la loro posizione, entro il termine fissato dall’Ente preposto, procedendo alla rimozione, recupero o smaltimento dei rifiuti e bonificando i siti interessati, per evitare l’inquinamento del suolo sottostante.