Genova – Continua a creare forti perplessità il campo da basket costruito nel piazzale nero di Villa Doria a Pegli.
I residenti e i frequentatori del parco, da tempo, lamentano la pericolosità del manufatto in cemento, realizzato in un’area dove i bambini spesso si ritrovano a giocare con la palla o a scorrazzare in bicicletta.
Durante la seduta del Consiglio Comunale di ieri, Mauro Avvenente di Italia Viva e Lorella Fontana del gruppo Lega hanno sollevato il problema chiedendo quali soluzioni sono previste e se l’assessore è intenzionato a incontrare una rappresentanza di cittadini per discutere con loro una soluzione al problema.
All’interrogazione ha risposto proprio l’assessore Pietro Piciocchi che ha spiegato di essere a conoscenza del problema delle istanze dei cittadini. “La costruzione di questo manufatto – ha spiegato ancora l’assessore – avrebbe dovuto rispondere a un miglior utilizzo degli spazi destinati alla scuola sita nel parco della Villa, la cui proprietà è di città Metropolitana. Non posso impegnarmi al fine di ottenere la demolizione e a ripristinare lo stato di fatto, tenuto conto che è un intervento effettuato a seguito di autorizzazione e approvazione anche da parte della Soprintendenza. E’ in atto un contraddittorio con Città Metropolitana per capire che tipo di ristoro può essere offerto ai cittadini che a breve riceverò. Comunico anche che nelle more della decisione, ho interrotto la presa in carico di questo immobile da parte della direzione Patrimonio del Comune di Genova”.
Dopo il Consiglio, Italia Viva ha diffuso una nota dove spiegando che “Prende atto della volontà espressa dall’assessore Piciocchi di impegnarsi a risolvere il problema creato dal manufatto di cemento costruito nel piazzale intenso del parco e considerato pericoloso, ancor di più visto che si trova in una zona da sempre dedicata al gioco dei bambini più piccoli. Ne chiediamo la rimozione al più presto e ribadiamo la richiesta all’assessore di incontrare una delegazione dei cittadini che nel frattempo hanno predisposto una raccolta di firme, arrivata in breve a seicento adesioni, per chiederne anch’essi la rimozione. Un segnale che dimostra quanto la lastra in cemento, che crea gradini e spigoli, sia invisa alla popolazione e verso cui sono già state espresse notevoli perplessità. A questo si aggiunge la richiesta di conoscere le azioni intraprese dal Comune nei confronti di Città Metropolitana, che ha realizzato quel manufatto. Occorre riconoscere l’errore commesso e prendere concreti provvedimenti al più presto”.