Genova – Un nuovo ritardo per i lavori per la ricostruzione del ponte di via don Acciai nel quartiere del Lagaccio. La struttura in acciaio e cemento armato doveva essere terminata nell’autunno scorso ma il Comune è stato costretto a rinviare la data di “apertura” già diverse volte e ora si spera di ultimare i lavori a fine marzo 2021 per poi passare alle operazioni di collaudo e la riapertura vera e propria, probabilmente la prossima estate.
Un rinvio che non stupisce i residenti della zona che da tempo segnalano un rallentamento sospetto dei lavori e che ora, dopo i ripetuti rinvii, ironizzano sulla vicenda.
“Qui il “modello Genova” non arriva – scherzano amaramente i residenti – dopo aver negato per anni che il ponte fosse in pericolo e dopo aver dovuto ammettere che stava sprofondando, ora continuano a rinviare le date di fine lavori. Evidentemente quanto avviene al Lagaccio non è altrettanto importante di altre zone della città”.
Non è chiaro cosa abbia causato i ripetuti rinvii ma è probabile che il cedimento del pilone che ha causato l’emergenza dei lavori abbia un ruolo importante nella vicenda.
“I piloni sono stati ricostruiti nello stesso punto – raccontano i residenti – e proprio dove il pilone del vecchio ponte scava “cedendo” sprofondando sempre di più. Abbiamo passato anni a denunciare che il ponte si stava abbassando e neppure le foto della ringhiera che era vistosamente più bassa in un punto aveva convinto i tecnici. Poi sono arrivati, hanno fatto le verifiche e hanno decretato che il pilone sprofondava ed hanno deciso di rifarlo nello stesso punto. Temiamo che ci sia qualcosa che non va”.
E la storia stessa del “Lagaccio” potrebbe essere di aiuto a chiarire la storia. Un tempo in zona era presente addirittura un lago che serviva alle esigenze del sottostante parco del Principe, la dimora storica dei Doria.
Si racconta che il lago rifornisse di acqua cascate e giochi d’acqua delle vasche e che venne poi interrato per consentire lo sviluppo di quella parte di città.
Vero o leggenda che sia, pare che il terreno dove sorge il ponte sia piuttosto instabile e che per arrivare alla roccia, per posare fondamenta stabili, sia necessario scendere di decine di metri.
Sembra che la ditta costruttrice abbia scavato decine di palificazioni con le trivelle e forse proprio questo particolare “sottostimato” potrebbe aver giocato un ruolo nella vicenda.
“Di certo – ironizzano i residenti – finirà che ci vorrà più tempo per costruire il piccolo ponte del Lagaccio rispetto al ponte di Renzo Piano che attraversa la Valpolcevera”.
(nella foto la curvatura del vecchio ponte don Acciai)