Genova – Avrebbe confessato l’omicidio del piccolo Adam la donna accusata di aver soffocato il figlioletto di 3 anni e mezzo nella stessa abitazione dove, un anno dopo, avrebbe fatto a pezzi il corpo senza vita della madre. Giulia Stanganini è ora indagata anche per omicidio premeditato dopo le contestazioni fatte dagli inquirenti che avrebbero trovato tracce sul suo computer di ricerche su come uccidere senza lasciare tracce e sul soffocamento dei bambini.
Secondo le ipotesi di accusa avrebbe soffocato il piccolo Adam dopo una lunga serie di maltrattamenti che arrivavano dopo scariche di rabbia e frustrazione per l’incapacità di gestire le crisi di pianto del bambino.
Il quadro che emergerebbe dalle indagini è terribile. La donna avrebbe persino legato al passeggino il bambino per farlo restare fermo quando non voleva dormire e lo avrebbe soffocato con un cuscino.
Naturalmente le accuse dovranno essere dimostrate in aula del Tribunale ma molti testimoni avrebbero raccontato di crisi di rabbia molto forti che la donna avrebbe avuto sin dalle tenera età del piccolo.
Nato da una relazione poi finita, Adam potrebbe aver pagato per la frustrazione generata da quel fallimento ma anche per l’incapacità della nostra società di comprendere ed affrontare adeguatamente il disagio delle persone.
La donna avrebbe preso a pugni porte ed urlato molto rumorosamente contro il bambino prima di arrivare al presunto omicidio. Segnali che dovevano essere colti chiamando le forze dell’ordine e allertando i servizi sociali.
E invece a rimetterci la vita è stato il piccolo Adam, morto soffocato all’età di 3 anni e mezzo.