Genova – Ancora alberi secolari abbattuti nei parchi e nei giardini della città e ancora polemiche roventi sul web.
Questa volta è successo nei giardini tra la stazione di Brignole, già defraudata di diverse palme che non sono mai state sostituite in violazione delle normative, e piazza della Vittoria. Alcuni alberi che hanno visto decenni di storia cittadina e superato alluvioni e vandalismi di ogni genere, sono stati mozzati e ridotti a pezzi senza nessuna informazione preventiva alla cittadinanza.
Alberi del diametro di diverse decine di centimetri e che potrebbero tranquillamente aver superato i 100 anni di vita e che, soprattutto, a dire delle persone che quotidianamente passavano in zona, non presentavano alcun segno evidente di malattia.
Eppure sarebbero stati abbattuti perché malati e pericolosi come tanti già tagliati in diverse zone della città, scatenando proteste soprattutto sui social e nell’apparente disinteresse anche di tutte quelle associazioni che dicono di voler difendere l’Ambiente.
Alberi inseriti nella “classe D” e quindi che, secondo la normativa: al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia drasticamente ridotto.
Ovvero piante pericolose o gravemente malate.
Il taglio sarebbe quindi l’unica soluzione possibile.
Circostanze che non trovano però riscontro nelle testimonianze di molti – non esperti – che passavano sotto gli alberi quotidianamente e che hanno sempre visto piante apparentemente in buona salute e nessun segnale di “cedimento”.
Chi protesta chiede quindi che vengano rese pubbliche le “perizie” che hanno valutato la condizione delle singole piante e i criteri che hanno spinto i tecnici a valutare che l’abbattimento fosse l’unica soluzione percorribile.
Un gesto di trasparenza amministrativa che certamente farebbe rientrare gran parte delle proteste e, se pubblicate preventivamente rispetto al taglio, permetterebbe un’eventuale “azione cautelativa” da parte degli aventi diritto, cittadini o associazioni.
Difficile tornare indietro in caso di errore, se la motosega ha già ridotto a pezzi l’albero.
“Non comprendiamo il perché di questo modo di procedere – protestano i cittadini che hanno segnalato il taglio – non viene lasciato il diritto di replica ai genovesi. C’è chi potrebbe commissionare perizie tecniche a operatori del settore con certificazioni di Legge e che sono dotati di strumentazioni che non sappiamo se sono state usate per valutare gli alberi abbattuti. Ci farebbe piacere capire perché il Comune mette i genovesi di fronte al fatto compiuto invece di coinvolgerli nelle decisioni prese o che devono essere prese. Cosa costa pubblicare sul sito del Comune le aree di intervento e le diagnosi per gli alberi – almeno quelli più grandi e storici – e consentire il tempo di effettuare contro perizie? Sorge il dubbio che qualcuno non voglia contraddittorio e non capiamo il perchè”.
Ci si riferisce a sofisticate apparecchiature, usate da tecnici specializzati e dotate di tutte le certificazioni di legge e che sono in grado di valutare lo stato di salute e di sicurezza degli alberi.
“Si tratta di strumentazioni frutto di ricerca scientifica – spiegano i segnalanti – che non ci risulta siano state usate ma che la documentazione potrebbe invece mostrare. Gli apparecchi effettuano un test sul legno senza dover tagliare e dicono se la pianta è malata, quanto sia stabile o “precaria” e forniscono indicazioni persino su come può essere potato l’albero per farlo “tornare” in equilibrio e in sicurezza rispetto al pericolo di crolli. Pensiamo che alberi secolari o che hanno vissuto decenni della storia cittadina meritino questa valutazione prima di essere abbattuti”.
L’uso delle strumentazioni tecnologiche consentirebbe di modificare la “classificazione” degli alberi dalle classi che portano ineluttabilmente al taglio a quelle che permettono il salvataggio delle piante.
“Ci piacerebbe poi capire – spiegano ancora i segnalanti – come mai le piante tagliate in gran parte della città non vengano sostituite secondo le normative vigenti che prevedono che, ad albero tagliato, debba corrispondere un albero reimpiantato sul posto e di caratteristiche e dimensioni analoghe. Ci sono decine di palme che non sono state sostituite nemmeno con piantine ma se a farlo è un privato scattano sanzioni da migliaia di euro”.
I cittadini stanno censendo le piante tagliate in città e mai sostituite e potrebbe scattare un esposto alla magistratura per chiedere che venga fatta chiarezza sui tagli e sulle mancate sostituzioni.