Camogli – Un sensore segnala un movimento della roccia su cui è costruito il cimitero e scatta lo stop dei lavori e la necessità di nuovi controlli per garantire la sicurezza di chi interviene per i lavori.
Torna dunque in emergenza l’area dove, lo scorso 22 febbraio, una parte del cimitero di Camogli è franata in mare trascinando circa 300 sepolture.
Una serie di sensori è stata posizionata sulla scogliera per osservare e controllare eventuali altri movimenti franosi e uno dei rilevatori ha segnalato uno spostamento di pochi millimetri ma comunque sufficienti a far scattare l’allarme.
Le operazioni di recupero delle salme disperse è ancora in corso ma la preoccupazione che l’intera struttura sia “in pericolo” è grande.
In particolare i familiari dei dispersi denunciano da anni “segni” di un cedimento dell’area che, a loro dire, non sarebbero stati tenuti nella giusta considerazione.