Genova – “Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi” a pronunciare queste parole, in un video diventato virale sul web, è Beppe Grillo, fondatore e garante del Movimento 5 Stelle.
Grillo interviene a gamba tesa per difendere il figlio Ciro, accusato da una modella italo-svedese di essere uno stupratore. Una vicenda delicatissima che vede l’ultimogenito del comico indagato per un caso di presunto stupro di gruppo avvenuto nella casa in Sardegna del fondatore del movimento politico che ha dichiarato guerra al “sistema”.
“Io voglio chiedere – domanda Grillo in un video postato su Youtube – voglio una spiegazione perchè un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio dentro, non siano stati arrestati. La legge dice che gli stupratori vengono arrestati e messi in galera”.
Nelle immagini, durissime e al tempo stesso fotografia di un padre disperato – Grillo si scaglia contro chi sta mettendo alla berlina il figlio prima ancora che sia iniziato il processo e nel domandarsi il perché del mancato arresto scivola pericolosamente in uno dei “luoghi comuni” che rende sempre molto delicate questo tipo di indagini dove la vittima viene a sua volta “accusata” di aver atteso troppo per denunciare, di essere consenziente o, peggio di essersi “divertita”.
Beppe Grillo sostiene pubblicamente l’esistenza di un video che potrebbe “chiarire” ogni cosa e lascia intendere che qualcuno, quella terribile notte, riprese quanto stava avvenendo della villa. Immagini che – secondo Grillo – scagionerebbero il figlio.
A stretto giro i familiari della presunta vittima rispondono di essere choccati dal modo in cui la vicenda viene trattata dai Media e dallo stesso Grillo.
Sullo sfondo il tempo trascorso tra i fatti (luglio 2019) e il momento in cui la famiglia del fondatore del Movimento 5 Stelle è stata travolta dalle accuse rivolte al figlio e, sui social, il sospetto che la vicenda sia stata strumentalizzata per abbattere un nemico divenuto troppo pericoloso per il “Sistema” che stava disgregando sotto i colpi dell’indignazione popolare.
La verità processuale si saprà quando il caso approderà in Tribunale ed un giudice emetterà una sentenza definitiva.
Sino ad allora, per la Legge italiana, l’indagato è innocente e la vittima dello stupro ha raccontato la verità.