traffico esselunga corso italia

Genova – Una manifestazione, con presidio di protesta, per il caos del traffico che si è venuto a creare in via Piave e nella zona, dopo l’insediamento del maxi supermercato.
Ad organizzarla i comitati dei residenti di via Piave, nel quartiere di Albaro, stufi di subire i disagi causati – secondo la loro denuncia – dal grande flusso di traffico diretto e in uscita dal punto vendita che Esselunga ha aperto nel quartiere e per le piste ciclabili di corso Italia che rendono ancora più complesso il fluire del traffico.

Appuntamento sabato 8 maggio, dalle ore 10,30, con una manifestazione regolarmente autorizzata e che prevede anche un presidio di protesta con cartelli e striscioni.
Gli organizzatori chiedono che il Comune di Genova si renda conto della situazione e metta in atto controlli e presenza di vigili urbani per sanzionare posteggi irregolari ma anche per far scorrere le code che si formano quando il flusso di ingresso e uscita delle auto dai posteggi del supermercato intasano la strada.

“Non possiamo essere ostaggio di un supermercato – spiegano i residenti – Il traffico nella zona è letteralmente raddoppiato da quando è aperto il negozio e le soluzioni adottate per consentire l’apertura hanno confermato tutti i nostri peggiori timori. Ora chi ha la responsabilità di questo scempio deve provvedere”.

Gli abitanti della zona chiedono che il Comune riveda le scelte fatte sul traffico della zona, ad iniziare dalle corsie riservate alle biciclette.

“Se hanno già deciso di spostarle sul marciapiede sul lato mare – spiegano i residenti – è chiaro che hanno capito che sono un errore e un disagio. Ebbene che le sospendano sino alla nuova costruzione”.

I cittadini chiedono anche che il supermercato cessi l’uso di enormi Tir per la consegna delle merci.
Il loro arrivo crea la paralisi del traffico.

“Si possono usare mezzi più piccoli – chiedono i residenti – e se i costi sono aumentati non è certo colpa di chi vive nella zona e già dal progetto aveva evidenziato queste problematiche. Chi ha autorizzato il progetto dovrebbe farsi un esame di coscienza e valutare se, davvero, è stato tenuto conto di tutto ciò che denunciavamo”.

La protesta proseguirà anche dopo la manifestazione di sabato e i cittadini sono pronti ad avviare anche azioni legali se non ci saranno risposte.
In particolare si teme che un locale pubblico annesso al supermercato possa aprire oltre l’orario delle 21 fissato sino ad ora (salvo provvedimenti anti covid).

“Il traffico aumenterebbe anche nelle ore serali-notturne e chi abita qui verrebbe danneggiato – spiegano ancora gli organizzatori – già ora i disagi sono intollerabili ma se dovessero prolungarsi anche alla notte organizzeremo anche le barricate”.

La protesta viaggia veloce sui social dove la “questione” ha suscitato forti polemiche e una grande mobilitazione.
Gli organizzatori, però, rifiutano le etichette politiche di chi insinua che si tratti di una protesta politicizzata.

“Sono accuse ridicole – spiegano – perchè avremmo protestato qualunque azienda e qualunque Giunta avesse fatto le scelte che sono state fatte. Qui abitano persone di ogni “orientamento” e siamo tutti uniti nella protesta. Se qualcuno ne dubita venga di persona a chiedere cosa abbiamo votato alle elezioni e si convincerà. Non è una questione politica ma di qualità della vita ed è vergognoso anche solo pensare che la protesta riguardi questa o quella azienda. Piuttosto abbiamo il sospetto che qualche imbonitore da social stia cercando di far credere che se fosse stata una Coop ad aprire in questo modo, saremmo rimasti zitti. E’ un imbarazzante tentativo di manipolazione su cui stiamo indagando”.

Inoltre, con l’arrivo della stagione balneare e l’apertura degli stabilimenti di corso Italia il rischio ingorghi sembra cosa certa. Code non solo in corso Italia ma anche tra via Rosselli, via De Gasperi e via Righetti, fino a via Cavallotti.

“Spostare le code non risolve il problema alla base – scrivono i residenti – assurda la decisione di inserire una struttura di 1500mq + 500 mq di bar, nella via e nel quartiere, evidentemente non idonei a ricevere il traffico aggiuntivo”.