Genova – Il Governo impone una stretta sulle manifestazioni anti green pass e no vax e la risposta del movimento è chiara: manifesteranno lo stesso.
Sale la tensione per la prevista nuova manifestazione di sabato prossimo, organizzata a Genova come in altre città della Liguria e di tutta Italia contro la certificazione sanitaria e contro i vaccini.
L’appuntamento viene al momento confermato dal movimento no green pass e no vax mentre da Roma si attende un chiarimento sulla nuova linea che vede aumentare i divieti di utilizzare piazze e vie del centro o comunque “strategiche” per il traffico e le attività commerciali.
Una scelta politica delicatissima poiché vede contrapporsi l’incomprimibile diritto di manifestare liberamente la propria opinione o protesta – condivisibile o meno – e la ragionevole perplessità di chi osserva una concentrazione delle proteste nei medesimi luoghi, causando ricorrenti disagi e danni economici sempre ad una cerchia ristretta di attività.
La soluzione ragionevole prevede la modifica dei luoghi dove esercitare la libera contestazione ma è chiaro che la scelta delle piazze, delle vie e delle strade viene fatta dagli organizzatori di qualunque forma di protesta per causare disagi che richiamino l’attenzione dell’opinione pubblica.
Non occorre essere un esperto per capire che una protesta effettuata in cima ad un monte non ha lo stesso impatto di una organizzata in pieno centro, nelle vie dello shopping o negli orari di massima concentrazione del traffico.
Uscire dal conflitto di diritti non è cosa semplice e il rischio di commettere errori, da entrambe le parti, è enorme.
Nessun uomo dello Stato accetterebbe mai di essere complice della sistematica limitazione del diritto di manifestare e nessuna città può sopportare disagi ripetuti, concentrati in una zona commerciale e in un momento delicato come quello della ripresa.
Il numero dei manifestanti no green pass sarebbe in diminuzione e le proteste sempre meno popolate da dubbiosi che, nel frattempo, per scelta o per “costrizione” hanno deciso di vaccinarsi e di richiedere il green pass.
Una nuova “botta” al movimento potrebbe arrivare dalla conferma del Governo di istituire i lockdown solo per chi non è vaccinato escludendo il tampone dall’elenco dei documenti che garantiscono la libera circolazione.
Ma anche l’ipotesi di ridurre ai vaccinati l’accesso a bar e ristoranti, a cinema ed eventi sportivi o spettacoli sta facendo vacillare molti degli irriducibili.
Provvedimenti che sono già stati adottati da Paesi europei che proprio lo stesso movimento no green pass citava quali “esempi”.