Genova – Dopo la celebrazione del tradizionale “Confeugo” è dibattito sui social sulla “direzione” della fiamma che dovrebbe indicare, sempre secondo tradizione, se l’anno che arriva sarà positivo o meno per la città.
Le molte immagini diffuse sembrano infatti indicare una fiamma che si alza diritta dal falò a base di rami di alloro e di ulivo ma qualcuno fa notare che, all’accensione, il vento abbia “spostato” lateralmente e a più riprese la fiamma, dando un presagio non esattamente fausto per la città.
Il dibattito è aperto e, trattandosi di una tradizione, ben si sposa con la situazione di incertezza che regna in città.
La scena, sul piano del cerimoniale, è stata perfetta ed è iniziata con il tradizionale scambio di saluti tra il Doge, rappresentato dal sindaco Marco Bucci e l’Abate.
«Ben trovòu messê ro Duxe», «Ben vegnûo messê l’Abbòu». Come da tradizione con questo scambio di battute tra l’Abate del popolo e il sindaco ha preso inizio la cerimonia del Confeugo.
Secondo i comunicati “ufficiali” fiamma dritta quest’anno, per i genovesi segno che sarà un anno che parte con i migliori presupposti.
«Fiamma dritta, buon auspicio – ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci subito dopo l’accensione del ceppo di alloro – è stata una bella festa. Il mio augurio per la città è che si possa veramente continuare nel percorso di crescita che abbiamo avuto negli ultimi quattro anni, nonostante il Covid, nonostante tutto il resto. Mi auguro anche che si possa aumentare la visibilità della città nel mondo e di riuscire a spendere tutti i soldi che abbiamo per costruire l’infrastruttura necessaria alla nostra città e fare di Genova la prima città mediterranea, una grande città internazionale».
I figuranti dei cortei storici delle quattro Repubbliche Marinare – Genova, Venezia, Amalfi e Pisa – hanno animato le vie del centro portando i gonfaloni e mettendo in scena momenti particolari della loro storia. Il lungo corteo è stato aperto dalla Filarmonica sestese.
Il Corteo Storico di Genova ha rievocato un evento dell’anno 1.101: il trionfale ritorno del condottiero genovese Guglielmo Embriaco (detto Testadimaglio) che, dalla Terrasanta, recò alla città il Sacro Catino.
Il Corteo Storico di Amalfi ha rievocato la gran festa organizzata il 26 aprile 1.002 nel Ducato costiero: Sergio, primogenito del duca Giovanni I e della duchessa Regale, prende in sposa Maria, figlia del principe longobardo di Capua e Benevento; oltre agli sposi e agli esponenti della corte ducale, hanno sfilato in corteo i principali protagonisti della storia marinara amalfitana: Mansone, avo dello sposo, i giudici suoi collaboratori, il console del mare, i consoli delle colonie virtuali d’oltremare, il vessillifero col gonfalone, i valletti e gli alfieri con la bandiera evocativa della romanità di Amalfi, i cavalieri, gli arcieri e i marinai.
Il Corteo Storico di Pisa ha messo in scena una sequenza di figure evocative della storia medievale della città toscana: la popolana Kinzica, che nel cuore di una notte del 1004 balzò a cavallo correndo a perdifiato per avvertire i concittadini del pericolo d’invasione incombente sulla città, che era rimasta priva di difese fluviali essendo la flotta pisana impegnata alle isole Baleari, i consoli delle colonie d’oltremare, i fanti e i balestrieri impegnati nelle lotte con le Repubbliche rivali (a Durazzo, al Giglio, alla Meloria, a Fratte presso Ravello), il podestà con membri dei Consigli e priori delle arti, il capitano del popolo, la marineria pisana rappresentata da ammiragli e consoli del mare, patroni, comiti, marinai.
Il Corteo Storico di Venezia ha reso onore – come nell’anno 1489- alla patrizia veneziana Caterina Cornaro che – vedova di Giacomo Lusignano, dal quale aveva ereditato il regno di Cipro – sbarcò in Laguna e, assisa su una portantina retta da otto schiavoni mori e seguita dalla delegazione cipriota, venne accolta con gli onori dal doge e dalla città. Come è noto, la regina di Cipro consegnò l’isola alla Repubblica Serenissima che poté così rafforzare la propria influenza sulle vie dell’Oriente. Ha aperto il corteo di Venezia il gonfalone con lo stendardo assegnato a Venezia nel 1171 dal Papa Alessandro III, ha sfilato l’oligarchia mercantile dei senatori e dei pregadi con trombettieri e tamburini, e ha spiccato, scortato dai suoi armati, il “capitano da mar” ovvero l’ammiraglio della flotta veneziana.
I cortei si sono poi ricongiunti in piazza Caricamento al corteo del Confeugo che ha trovato il sindaco Bucci, con indosso la tradizionale veste da doge, ad accoglierlo insieme alle altre autorità.
Dopo l’accensione del ceppo di alloro la cerimonia è proseguita nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.
Prima della cerimonia di presentazione degli equipaggi, come da tradizione il sindaco Bucci ha ricevuto da A Compagna, nello specifico dalle mani del vicepresidente Maurizio Daccà e da Aldo Castaldi, il Tondo, quest’anno dedicato al partigiano Bisagno.
La cerimonia si è conclusa con toccate momento offerto dalla cantante giapponese Megumi Akanuma che, accompagnata dalle autorità cittadine e regionali, ha emozionato la Sala del Maggior Consiglio con una versione molto sentita di “Ma se ghe pensu”, che ha fatto cantare i presenti.
In attesa della Regata di oggi, alle 12, nelle acque della Fascia di Rispetto di Pra’ accessibile con il nuovo ponte ricostruito – i tre sindaci di Genova, Amalfi, Pisa e il consigliere delegato di Venezia si sono riuniti per il Comitato generale delle Antiche repubbliche marinare italiane e, di comune accordo, hanno deciso di investire sul brand legato alla Regata, consapevoli dell’importanza della manifestazione sotto molteplici punti di vista, in primis quelli legati alla storia del nostro paese, al rapporto col mare e sportivi.