Genova – E’ iniziato questa mattina all’alba il blocco dei varchi portuali da parte dei lavoratori del Porto che protestano contro la Guerra e il trasporto di armi sulle navi in ingresso e in partenza dallo scalo genovese.
Dalle 6 di questa mattina è bloccato il varco di ponte Etiopia e un presidio con bandiere e striscioni impedisce l’accesso al Porto dei camion con le merci e si registrano ripercussioni sul traffico proveniente dalla zona del ponente genovese e dal casello di Genova Ovest.
Probabilmente gli effetti del blocco si sommeranno al traffico in movimento per il centro cittadino causando disagi sempre crescenti.
I lavoratori del Porto, molti dei quali riuniti nel Calp, il collettivo autonomo lavoratori del porto, presidiano il varco e chiedono che l’Italia rispetti la Costituzione ed in particolare l’articolo 11 che recita: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Il movimento di protesta punta il dito contro l’uso del Porto di Genova per il trasporto, via nave, di Armi provenienti da altri paesi e da stabilimenti italiani che producono armi, verso paesi in guerra come lo Yemen o l’Arabia Saudita che da anni sono in guerra.