Genova – Un presidio di protesta davanti all’aeroporto Cristoforo Colombo per chiedere chiarezza sull’incidente mortale costato la vita a Sergei Robbiano, 53 anni, il dipendente dell’aerostazione finito in mare con l’auto mentre “scacciava” gli uccelli dalle piste di decollo e atterraggio. Ad organizzarlo per questa mattina USB che, nel contempo, protesta per la compessa situazione dei Vigili del Fuoco che ha portato all’incredibile necessità di far intervenire a Genova i sommozzatori di Torino per raggiungere l’auto in cui era bloccata la vittima.
Appuntamento alle 9 del mattino per una protesta che potrebbe andare avanti per l’intera giornata per sensibilizzare i Cittadini e le istituzioni al grave episodio avvenuto all’Aeroporto.
Le rappresentanze di USB chiedono infatti che venga fatta chiarezza sulle circostanze dell’incidente e che venga chiarito come abbia fatto Sergei Robbiano a morire precipitando in auto in mare, dopo aver urtato e spostato la barriera in plastica posta alla fine della pista.
Un incidente che ricorda quello del febbraio 1999 quando, a finire in mare, fu invece un aereo di linea. Nell’incidente morirono 4 persone e 27 rimasero ferite.
All’epoca le indagini puntarono sul muretto costruito in fondo alla pista e che potrebbe aver giocato un ruolo nel disastro, provocando lesioni allo scafo dell’aereo che affondò rapidamente.
All’epoca venne demolito il muretto e sostituito con una barriera in plastica che potrebbe avere oggi un ruolo in quanto avvenuto.
Ma USB punta il dito anche contro l’incredibile circostanza per cui, per soccorrere Robbiano a Genova, sia stato necessario far arrivare i sommozzatori da Torino per indisponibilità di personale. Un viaggio in auto di ore.
L’autopsia disposta sul corpo senza vita del dipendente di Aeroporto di Genova, stabilirà se poteva essere salvato con soccorsi più veloci.