Genova – E’ rinchiuso in un carcere di massima sicurezza per una rapina che dice di non aver commesso Nicola Di Santo, il cittadino italiano originario di Genova prigioniero in Indonesia dal novembre scorso. Oggi la Regione Liguria ha approvato un ordine del giorno con primo firmatario Gianni Pastorino che impegna tutti i rappresentanti politici a sensibilizzare l’opinione pubblica e il Governo affinche si trovi una soluzione per un caso che ha dell’incredibile.
Nicola Di Santo, detenuto dall’11 novembre scorso (oltre sette mesi) nei sotterranei del Commissariato Polsek a Kuta – in Bali è accusato di essere il mandante di una rapina commessa ai danni di un ex socio mentre gli esecutori non sono mai stati arrestati.
Lui continua a professarsi innocente e denuncia di essere sottoposto a torture ma, soprattutto, da mesi, non avrebbe pieno diritto di difesa. Le continue richieste dei familiari alla Farnesina, per un interessamento del Governo italiano al caso, restano “lettera morta”.
Il caso è approdato oggi in consiglio regionale.
«Nicola Di Santo è stato sottoposto a vere e proprie torture fisiche e psicologiche – commenta Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale – Il padre del detenuto denuncia che il figlio nei primi giorni della detenzione sarebbe stato riempito di botte e addirittura ustionato con accendini e sigarette».
L’ordine del giorno impegna il Presidente regionale e la Giunta ad intervenire immediatamente presso il Governo e presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale affinché gli stessi e tutto il Corpo Diplomatico si attivino immediatamente per garantire l’incolumità di Nicola Di Santo.
«Voglio ringraziare Gianni Pastorino e l’interno Consiglio Regionale per essersi fatti carico di questo nostro concittadino – commenta l’avvocato Alessandra Ballerini che ha preso a carico la questione – Spero che questa iniziativa politica possa sollecitare la Farnesina e si possa arrivare presto ad una soluzione perché è intollerabile che un cittadino possa essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti».
«In questi mesi ha perso 12 kg ed è in preda a febbre e continue infezioni. Non ci risulta che la Farnesina abbiamo preso in carico la questione, anche se è stata portata all’attenzione in Parlamento dal Senatore Gregorio De Falco – continua Pastorino – È una cosa gravissima che evidenzia la violazione del diritto internazionale. Torture e maltrattamenti che evidenziano un quadro giuridico incerto in un Paese che si dice democratico. Ringrazio l’avvocato Alessandra Ballerini che prontamente si è attivata a riguardo».