Genova – La vespa velutina ha ormai raggiunto e superato il confine tra le province di La Spezia e di Genova e gli apicoltori della zona di Sestri Levante, Rapallo e Val Fontanabuona hanno segnalato catture di esemplari nelle rispettive zone.
La notizia suscita un certo allarme tra gli apicoltori della provincia di Genova che, sino ad ora, erano rimasti praticamente “esenti” dal problema dell’invasione della vespa velutina o calabrone dalle zampe gialle, per la colorazione degli arti.
La presenza della velutina, un vero flagello per le api e non solo, era segnalata da tempi nella zona di Imperia, di Savona e di La Spezia ma gli esperti si aspettavano una espansione da ponente a levante e non, come è invece avvenuto, un estensione verso ponente dal versante spezzino.
A registrare la presenza della vespa velutina sono stati i tecnici di AlpaMiele, una delle due associazioni apistiche riconosciute presenti in Liguria insieme ad ApiLiguria.
“La vespa velutina – spiega Martino Firullo, tecnico apistico di AlpaMiele – è presente in apiari di nostri associati nei comuni di: Rapallo, Lavagna, S. Colombano Certenoli, Casarza Ligure, Sestri Levante. La presenza è confermata da foto o catture o avvistamenti di tecnici apistici”.
Sulla base dei rilevamenti di AlpaMiele, dunque, è corretto affermare che la presenza della vespa velutina è confermata anche in provincia di Genova dove, alcuni anni fa, è stata catturata – senza poi alcun altra “apparizione” documentata, addirittura sulle alture e più precisamente nella zona di Forte Tenaglia.
A confermare la cattura di esemplari di vespa velutina anche nel territorio provinciale genovese è anche l’altra associazione riconosciuta e accreditata presso Regione Liguria: Apiliguria che però ha ricevuto segnalazioni verificate “solo” fino a Sestri Levante ma non esclude che possano esserci stati altri avvistamenti.
“Occorre dividere la Liguria in tre zone – spiega Giuseppe Sarzana, responsabile della sezione genovese di ApiLiguria di Genova – la zona di levante, del genovese e del ponente. Per ponente intendiamo la zona da Ventimiglia a Savona. I primi casi di velutina furono scoperti ad Imperia in arrivo dall’espansione della velutina dal sud della Francia dove per anni ci sono stati ritrovamenti e distruzione nidi. Meno di 10 anni fa inizia nello spezzino qualche ritrovamento e ora si è allargata a tutta la zona fino ai confini del genovese in particolare Sestri Levante”.
“Nella zona del comune di Genova, a parte qualche individuo trovato per caso nelle trappole predisposte, non vi è presenza – spiega ancora Sarzana – da studi fatti la velutina per espandersi ha bisogno di grossi corsi d’acqua presenti sia nel levante che ponente, scarsi invece nel genovese”.
Le associazioni degli apicoltori sono concordi, oltre all’accertata presenza della vespa velutina sul territorio della provincia di Genova, anche nel considerare prioritario e “doveroso” il monitoraggio attraverso una rete di operatori (gli apicoltori) ma anche di volontari.
“I nostri soci – spiega ancora Sarzana – ogni anno nel periodo primaverile effettuano un monitoraggio con bottiglie trappola con all’interno birra”.
Più articolata la proposta di AlpaMiele che chiede ai propri associati di farsi “parte attiva” nel monitoraggio dell’espansione della velutina.
Tutti gli iscritti sono invitati a fare “trappolaggio” in determinati periodi dell’anno.
“Si possono fare trappole con comuni bottiglie di plastica forate nella parte superiore e riempite con comunissima birra (che non attrae le api) – spiega ancora Martino Firullo – e a fare controlli con la “tecnica della carega” come viene ironicamente definito l’appostamento dell’apicoltore, in linea con gli ingressi degli alveari, guardando il volo in partenza e in arrivo delle api”.
In questo “spazio aereo” cacciano le vespe velutine che catturano le api in volo per poi decapitarle e portarle nel proprio nido per alimentare le larve che sono carnivore e ghiotte di api.
Una rete di osservazione capillare cui sono invitati a partecipare tutti gli apicoltori della Liguria, indipendentemente dall’appartenenza o meno a questa o quella associazione e nell’ottica di una collaborazione per il comune interesse.
Come si diceva, esemplari di vespa velutina sono stati catturati o segnalati nel territorio di Sestri Levante, in provincia di Genova, ma anche nella zona di Rapallo e del Tigullio e in ValFontanabuona e gli esperti temono che entro il breve periodo l’invasione della vespa velutina possa superare il monte di Portofino e affacciarsi alla zona di Camogli per arrivare, via via, sino all’area del Comune di Genova.
Bloccare l’avanzata o quantomeno rallentarla è possibile se ci sarà la collaborazione del maggior numero possibile di persone.
Chi ha spazi verdi, anche solo un giardino in città, può predisporre le trappole sino a quando le condizioni meteo saranno miti e poi, il prossimo anno, nel periodo tra febbraio e marzo.
Ogni 10, massimo 15 giorni occorre svuotare il contenuto della trappola e sostituire il contenuto osservando se, tra le vittime, ci sono esemplari “strani”.
E’ possibile fotografare i casi sospetti ed inviare il materiale alle associazioni apistiche (AlpaMiele – ApiLiguria) ma anche al gruppo Facebook Amici delle Api (www.facebook.com/groups/amicidelleapi/) contribuendo a mappare il territorio anche se l’esito della caccia è negativo.
Per la ricerca, infatti, è importante anche sapere che, in presenza di trappole, un determinato tratto di territorio non ha evidenziato catture.
Chi invece è appassionato apicoltore può associare a questo impegno anche quello, specie in questo periodo, di controllare il proprio apiario con la tecnica della carega che è l’unica in grado di accertare davvero la presenza di vespa velutina in caccia (e che potrebbe sfuggire alle trappole).
la vespa velutina
il nido primario
il nido secondario in genere sugli alberi
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