Genova – Ben 47 indagati e 10 posizioni archiviate. La procura di Genova ha chiuso le indagini per il filone bis sulle Autostrade liguri dopo quello per il crollo del ponte Morandi.
Le accuse, a vario titolo, sono falso, frode, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo colposo e tra gli indagati figurano l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, gli ex numeri due e tre della stessa società Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli e Stefano Marigliani, ex direttore di tronco.
Archiviata invece la posizione di Mirko Nanni, direttore del primo tronco.
Secondo gli investigatori della Guardia di finanza, coordinati dai pm Stefano Puppo e Walter Cotugno, i tecnici di Spea avrebbero alleggerito i rapporti sullo stato dei ponti per evitare i lavori.
Le indagini della Magistratura riguardano i falsi report sullo stato dei viadotti, le barriere antirumore pericolose e il crollo della volta della galleria Bertè avvenuto il 30 dicembre 2019 sull’autostrada A26 Voltri Gravellona Toce.
Era stato scoperto, inoltre, che le barriere fonoassorbenti montate su alcuni tratti autostradali erano difettose e si erano staccate causando problemi agli automobilisti.
Le due società Aspi e Spea sono uscite dall’inchiesta dopo avere patteggiato per questo filone circa un milione.