Genova – Le tartarughe palustri che crescono nel lago di Villa Pallavicini a Pegli sono “aliene” e vanno eliminate. La decisione è del Comune di Genova che ne ha deciso il trasferimento e confino “in esilio” vita natural durante.
I primi 32 esemplari di Trachemys Scripta, la specie esotica di origine americana, verranno deportati entro l’anno e trasferiti in un centro specializzato in provincia di Modena e la civica amministrazione si impegna a corrispondere una certa cifra per il loro sostentamento.
Ma il provvedimento potrebbe presto essere esteso a tutte le tartarughe “straniere” presenti nelle vasche, nelle fontane e nei laghetti dei parchi cittadini.
L’iniziativa sta già facendo insorgere le associazioni ambientaliste che temono che il “confino” possa trasformarsi in una strage visto che le tartarughe si sono ormai ambientate nel clima temperato di Genova che non può certo essere paragonato a quello di Modena.
Dubbi anche sulla collocazione visto che le tartarughe di Pegli hanno ormai colonizzato laghetti piuttosto ampi e hanno a disposizione prati e aree verdi sconfinate e con un numero di visitatori comunque contenuto.
Le perplessità si scontrano con la decisione della Direzione Ambiente di Tursi che sottolinea “l’esigenza di pianificare e programmare il contenimento delle diverse popolazioni infestanti sul territorio comunale, in quanto la mancanza di adeguate politiche di intervento costanti nel tempo comporta la nascita di situazioni di estrema gravità per l’igiene e la salute pubblica”.
Il trasferimento e confino sembra già organizzato e il Comune ha già stanziato una somma di 2.000 euro per il mantenimento delle tartarughe a Modena. Molti esemplari sono già stati catturati nel corso di diversi interventi nella villa e altri potrebbero essere catturati prima del letargo invernale.
Resta da capire cosa succederà delle centinaia di tartarughe dello stesso genere presenti nelle vasche, nelle fontane e nei laghi di molte delle Ville pubbliche cittadine.
Il timore è che si ripeta la “strage silenziosa” che avvenne anni fa, ai Parchi di Nervi, quando centinaia di scoiattoli americani vennero condannati alla deportazione per le stesse motivazioni.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ai Parchi non c’è più uno scoiattolo, quelli italianissimi e rossi non sono mai tornati ed ormai, tra le cime degli alberi si vedono solo grossi topi che hanno colonizzato tane e nascondigli un tempo regno incontrastato degli scoiattoli grigi che ogni genovese nella fascia degli “anta” ricorda bene per averci giocato da bambino.