Genova – Si indaga per istigazione al suicidio per il caso di Gaia Randazzo, la ragazza di 19 anni lombarda scomparsa dal traghetto La Superba di Grandi Navi Veloci (GNV). La novità è stata annunciata ieri sera, nel corso della trasmissione Chi l’ha visto che è tornata ad occuparsi dell’incredibile sparizione della giovane durante il viaggio tra Genova e Palermo dello scorso 10 novembre.
L’apertura del fascicolo con ipotesi di reato induce a credere che la Procura di Palermo che indaga sul caso non ipotizzi solo il suicidio tra i possibili scenari sulla scomparsa di Gaia Randazzo.
In particolare, anche per le numerose testimonianze giunte alla trasmissione Rai circa la presenza di persone ubriache a bordo della nave e di altri episodio di violenza che sarebbero avvenuti, sempre sui traghetti, sembra farsi strada la possibilità che la ragazza abbia incontrato qualche malintenzionato sulla nave.
Una circostanza che ricorda anche il caso della giovane genovese Martina Rossi che cadde dal terrazzo di un albergo di Palma de Majorca nel tentativo disperato di sfuggire alla violenza sessuale di due studenti.
Durante la trasmissione di Chi l’ha visto, infatti, sono emerse numerose testimonianze di persone che hanno viaggiato sullo stesso traghetto o in altri della compagnia e che sembrano concordare su situazioni spiacevoli vissute in particolare da giovani donne che sono state costrette a rinchiudersi nelle cabine per evitare spiacevoli incontri.
Particolari negati dalla compagnia di navigazione che ha inviato una nota nella quale si specifica che nei bar della nave, la notte tra il 10 e l’11 novembre, sono state vendute una ventina di birre da 33 cl e alcune bottigliette mono porzione di vino su un totale di 300 passeggeri, poche per far pensare ad abbondanti libagioni.
Alla circostanza l’avvocato che segue la famiglia ha obiettato che nessuno può dire se le persone segnalate come ubriache e moleste abbiano potuto o meno portare bottiglie di alcolici nel bagaglio anche in considerazione del fatto che i costi ai bar sono decisamente superiori a quelli di un supermercato.
Di Gaia Randazzo, però, ancora nessuna traccia e l’ipotesi che il corpo possa comunque trovarsi in mare sembra quella più probabile. I familiari, però chiedono di sapere cosa è realmente successo e contestano con forza la prima ipotesi circolata su quanto avvenuto: la pista del suicidio.
In particolare la famiglia di Gaia Randazzo si chiede se la storia del messaggio trovato sul cellulare della ragazza sia vera o se, invece, sia una invenzione dei Media visto che nessuno avrebbe potuto leggerlo se non la ragazza stessa o il fratello Matteo poiché il telefono è bloccato da una password e il perito tecnico che lo sta analizzando ha preso 70 giorni per le verifiche. La famiglia si domanda chi abbia visto il messaggio, ammesso che ci sia davvero.
Nelle ore successive alla scomparsa, infatti, è circolata la notizia che Gaia avesse tentato di mandare un messaggio all’ex fidanzato con parole come “Ti amo, addio”. Circostanza che avrebbe potuto supportare l’ipotesi del suicidio.
Il particolare, quindi, al momento non trova riscontro e comunque la famiglia nega che Gaia fosse depressa per amore, ricorda tutti i preparativi che stava facendo per l’immediato futuro come prendere la patente e cercare un lavoro e il viaggio dai familiari in Sicilia per rivedere la nonna dopo tanto tempo.
Lo stesso ex fidanzato di Gaia esclude categoricamente che la ragazza possa aver deciso di togliersi la vita per la loro storia durata solo alcuni mesi e interrotta dalla stessa Gaia.
Gaia Randazzo si imbarca sul traghetto La Superba (GNV) la sera del 10 novembre, insieme al fratello Matteo, 15 anni. Hanno prenotato due poltrone nella sala 5.
Dopo un giro sulla nave decidono di rientrare e di sistemarsi sulle poltrone ma Gaia soffre il mal di mare e si alza dopo un pò, probabilmente per andare a prendere un pò d’aria.
Il fratello Matteo si addormenta e, al suo risveglio, non trova la sorella mentre sulla poltrona sono presenti la giacca, lo zaino e il telefonino.
Matteo inizia a cercare sempre più freneticamente la sorella e trova la sua felpa su uno dei ponti esterni, annodata ad una panchina e decide di fermarsi ad aspettare sperando che Gaia torni sul posto.
Dopo diverso tempo, sempre più preoccupato, il ragazzo fa scattare l’allarme rivolgendosi al personale di bordo.
Le ricerche non danno alcun esito e, all’arrivo a Palermo, le auto e i camion che scendono dalla nave vengono ispezionati nell’ipotesi che la giovane sia stata rapita.
I cani molecolari saliti a bordo per le ricerche non portano ad alcuna pista: Gaia Randazzo sembra scomparsa nel nulla.
Si pensa ad un suicidio e l’indiscrezione – non confermata – del ritrovamento del messaggio di addio sembra confermare i sospetti ma ora che emergono segnalazioni e immagini di persone ubriache a bordo e persino la denuncia di una donna che sostiene di essere stata molestata a bordo gettano tutta un’altra atmosfera su quanto potrebbe essere accaduto.
Forse Gaia, che è una bella ragazza, potrebbe aver incontrato qualche malintenzionato sulla nave e potrebbe essere caduta vittima di un maniaco o persino potrebbe aver tentato una fuga impossibile, come avvenuto alla ragazza genovese Martina Rossi che, per sfuggire allo stupro è precipitata da un terrazzo perdendo la vita.