Genova ricorda le stragi nazi-fasciste del Forte di San Giuliano e del Forte di San Martino con la fucilazione di otto patrioti e la “ribellione” del plotone di esecuzione che si rifiutò di eseguire l’ordine, poi compiuto dai fascisti della Repubblica di Salò e da ufficiali nazisti.
Cerimonia di commemorazione, con deposizione delle corone di fiori, per il 79esimo anniversario di alcune delle ultime stragi perpetrate a Genova dalle forze nazi-fasciste contro civili inermi.
Il 14 gennaio 1944, infatti, otto patrioti: Dino Bellucci, professore, Giovanni Bertora, tipografo, Giovanni Giacalone, straccivendolo, Romeo Guglielmetti, falegname, Amedo Lattanzi, giornalaio, Luigi Marsano, saldatore elettrico, Guido Mirolli, oste e Giovanni Veronelli, falegname, vennero condotti al forte di San Martino per essere fucilati.
Il tenente dei carabinieri Giuseppe Avezzano Comes e il plotone ai suoi ordini si ribellarono con straordinario coraggio all’ordine illegittimo e le fucilazioni vennero eseguite dagli ufficiali “repubblichini” fedeli al Duce e alla Repubblica di Salò e da ufficiali tedeschi che massacrarono barbaramente i condannati senza mostrare alcuna pietà.
«Settantanove anni fa – ha spiegato l’assessore Matteo Campora, in rappresentanza del Sindaco e del Comune di Genova – in questo luogo sono accaduti fatti terribili, che testimoniano un periodo buio della nostra storia. Fatti di cui dobbiamo tenere viva la memoria e trasmetterla alle giovani generazioni, insieme ai valori della libertà e della democrazia che devono essere custoditi e mai dati per scontati».
Alla cerimonia di commemorazione, che si è svolta questa mattina in via Piero Gobetti – con la deposizione delle corone sulla lapide in memoria dei martiri – e successivamente sul forte di San Martino, hanno partecipato il presidente dell’ILSREC Giacomo Ronzitti e il presidente del Consiglio comunale di Sesto Fiorentino Serena Sassolini.
A svolgere l’orazione, Francesco Cozzi già procuratore capo della Repubblica di Genova.
(foto da pagina Faceboo A mae Zena)