La Spezia – Un terreno del quartiere della Chiappa trasformato in deposito illegale di detrti e residui di cantieri edili. La polizia locale, su impulso dell’Assessore Cimino del Comune della Spezia ha verificato una segnalazione arrivata da da alcuni residenti del quartiere della Chiappa.
Oggetto della questione risultava essere un terreno privato su cui sarebbero stati ammassati, in modo irregolare, materiali di risulta di cantieri edili. Il terreno, situato nella parte più periferica del quartiere risulterebbe di proprietà di due società, una operante nel settore delle costruzioni ed un’altra nel campo siderurgico e sull’appezzamento avrebbe dovuto sorgere un complesso residenziale in forza di titolo edilizio rilasciato nel 2016.
I lavori, tuttavia, non sarebbero mai stati avviati per problemi di carattere idrogeologico e l’impresa costruttrice, la stessa che risulta committente dei lavori, avrebbe utilizzato l’area per accumulare residui e materiali di scarto provenienti da altri cantieri.
Stando a quanto accertato con sopralluogo, gli operatori della Sezione Ambiente ed Edilizia della Polizia Locale riscontravano che, nel corso del 2022, sul terreno erano stati accumulati ingenti quantità di rifiuti mescolati quali metalli, legno, gomma e laterizi e gran parte di questi erano stati irregolarmente compattati e spianati sulla terra, allo scopo di creare una strada in quello che sarebbe dovuto diventare un cantiere.
Per tale tipo di illecito il Testo Unico Ambientale prevede che, essendo l’autore del fatto un titolare di impresa economica, si configuri il reato di attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione o iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali, cui consegue la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro.
La polizia locale ha notificato al titolare dell’impresa una serie di prescrizioni finalizzate al ripristino dello stato dei luoghi, da attuarsi entro un preciso arco temporale.
Le conseguenze, per il responsabile, sono comunque pesanti: nella migliore delle ipotesi , qualora le prescrizioni impartite vengano attuate, a suo carico è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria di 6.500,00 euro; nell’altra ipotesi, quella di inadempienza, il titolare verrà indagato per il reato descritto e verrà inoltrata segnalazione alla competente Autorità Giudiziaria.