Genova – Rivelazioni sconvolgenti, nell’aula del Tribunale di Genova dove si tiene il processo per il crollo del Ponte Morandi, il 14 agosto 2018, che ha causato 43 vittime e danni diretti ed indiretti alla città per miliardi di euro.
Il maresciallo della guardia di finanza Stefano Figini, ascoltato dai giudici, ha illustrato il dossier raccolto nel corso delle indagini dopo il crollo del viadotto ma anche dopo il collasso della volta della galleria Bertè in A26, il 30 dicembre 2019.
Nella deposizione choc Figini ha rivelato che durante i controlli nei 285 tunnel del nodo ligure, “sono stati rilevati difetti gravi in 6613 punti di 191 gallerie. Difetti che con il vecchio manuale avrebbero comportato un voto 70 e quindi la chiusura”.
Secondo l’accusa, poi, esisterebbe un video di una ispezione condotta dai tecnici incaricati da Spea (controllata di Autostrade per l’Italia per le manutenzioni) nella galleria Bertè poi collassata nel dicembre 2019, sull’autostrada A26. Nel video si vedrebbero i tecnici che “ispezionano” la galleria viaggiando in auto e cantando “Non sono una signora”, il brano composto e cantato da Loredana Berté.
Il maresciallo della guardi di finanza avrebbe mostrato anche un documento sequestrato nelle sedi Spea e risalente a un controllo del 2013 che riporterebbe un appunto a mano col quale si indica un rigonfiamento dell’intonaco sullo strallo della pila 9 da cui poi, secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbe partito il cedimento.
Nelle prossime udienza, poi, proprio a seguito di un’altra deposizione choc in cui si parla di “avvertimenti” lanciati ai responsabili dei controlli di sicurezza da un ingegnere allievo dello stesso Morandi che raccomandava di eseguire lavori urgenti di manutenzione anche alla Pila 9 dopo quelli eseguiti sulla Pila 10 e 11. Proprio dalla Pila 9 sarebbe partito, secondo gli esperti, il cedimento che ha causato il crollo del ponte Morandi.