Genova – I dati dell’occupazione in Liguria sono ancora una volta positivi, con un aumento del 3,6% degli occupati ma la situazione non è rosea poiché la gran parte dei nuovi contratti è “a tempo determinato” e aumenta soprattutto il “lavoro precario”.
“Ancora una volta i dati sull’occupazione rilevano un aumento dell’occupazione precaria e una forte penalizzazione del lavoro femminile – commenta Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria – è evidente che il mercato del lavoro continua a scaricare le proprie contraddizioni sui più deboli, in particolare le donne. I dati numerici positivi sull’occupazione da soli non spiegano le grandi contraddizioni presenti nel mercato del lavoro in Liguria dove la precarietà continua ad essere preponderante. I limiti della qualità dell’occupazione persistono ed anzi si consolidano: la politica dovrebbe interrogarsi su questo tema e provvedere affinchè non si accentui la frattura sociale ed economica tra uomini e donne”. I dati, pubblicati oggi dall’Istat e relativi al 2022 sono stati elaborati dal responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria Marco De Silva “
L’occupazione passa da 594.600 unità del 2021 alle 616.115 del 2022 con un aumento di 21.515 occupati pari al +3,6%; esplicitando il dato si rileva la forte differenza di genere: l’occupazione maschile con 349.775 unità rappresenta il 56,8% del totale e aumenta di 18.445 unità pari al +5,6% mentre quella femminile con 266.340 aumenta solo di 3.077 unità (+1,2%).
“L’aumento dell’occupazione è dovuto al personale dipendente che cresce di 27.905 unità (+ 6,3 per cento), mentre cala il numero degli autonomi con una contrazione del 4,3 per cento pari a meno 6.389 unità – commenta ancora De Silva che aggiunge – l’incidenza del part-time sull’occupazione è pari al 20% del totale e sale al 21,1% nell’occupazione dipendente. Il dato preoccupante è che il 75,7% dell’occupazione part-time è composto da lavoratrici, che sale addirittura all’81,4% nell’occupazione dipendente”.
L’altro dato che emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio Economico riguarda l’incidenza dei contratti a termine nell’occupazione dipendente che sale al 15,9% nel 2022 dal 15,1% del 2021: i contratti a termine aumentano dell’11,7% sul 2021 mentre i contratti cosiddetti “stabili” crescono di meno della metà di quelli a termine (+5,3%).
Rispetto all’occupazione nelle province si segnala l’incremento percentuale di Savona con 108.335 occupati (+ 5.764 pari al +5,6%), seguito dall’area metropolitana di Genova 340.791 (+13.476 pari al +4,1%). A seguire Imperia 80.904 (+2.818 pari al +3,6%) e infine La Spezia che è l’unica con segno negativo 86.084 (-544 pari al -0,6%), dovuto ad una forte contrazione del lavoro autonomo.
Tra i settori la parte del leone la fanno ancora le costruzioni dove bonus e superbonus fanno aumentare l’occupazione del 17 per cento 43.443 (+ 6.410 pari al +17,3%). Gli altri settori industria e servizi seguono il trend in lieve aumento.
Unico settore in picchiata è rappresentato da agricoltura e pesca che perdono 4.168 occupati pari al -29,3% del totale degli occupati (10.080).