Genova – Tentacoli giganteschi che escono da mare e cercano di afferrare qualsiasi cosa passi a tiro. E’ fortunatamente solo un’opera un tantino inquietante quella che si potrà ammirare da oggi e sino al 2 luglio 2023 davanti al Galata Museo del Mare sarà possibile ammirare “The Monster from the Abyss 2”
L’installazione è arrivata a Genova con l’organizzazione della The Ocean Race che vedrà prprio a Genova la sua tappa finale.
In collaborazione con The Ocean Race Alicante, il museo ospiterà una mostra temporanea che prevede un’imponente installazione artistica: i tentacoli giganti di un polpo realizzati con reti da pesca abbandonate sui fondali marini creata dall’artista Raul Orvieto.
Con una altezza di circa 3 metri e una lunghezza di circa 2 metri, l’opera, intitolata “The Monster from the Abyss 2 (But who is the real monster?)”, darà vita alla leggendaria figura del Kraken.
Questo progetto artistico, che fa parte dell’iniziativa Kind of Blue, ideato dall’artista Raul Orvieto e curato da Loredana Trestin, ha ottenuto l’approvazione e il supporto della sede di Rappresentanza della Commissione europea, nonché di diverse fondazioni impegnate nella tutela del mare. L’installazione è stata esposta alla Sede di Rappresentanza del Parlamento Europeo a Roma ed è stata iscritta al Wildlife Artist of the Year 2023.
Un dettaglio intrigante dell’installazione sarà un QR code che gli spettatori potranno inquadrare per ascoltare la narrazione dell’opera, interpretata dalla voce dell’attore Jacopo Rampini che ha recitato in diverse produzioni internazionali, tra cui la serie Netflix
“Medici: Masters of Florence”, “Law & Order” su NBC, “Catch 22” su Hulu diretto da George Clooney e “FBI” su CBS.
L’installazione artistica al Galata Museo del Mare non catturerà solo l’attenzione dei visitatori durante The Ocean Race ma rappresenterà anche invito a riflettere sulla minaccia delle reti da pesca abbandonate e sulla necessità di preservare gli abissi marini.
Fin dall’antichità si sono sempre rappresentate le creature provenienti dagli abissi marini come mostri dotati spesso di tentacoli spaventosi, pronti a ghermire i malcapitati naviganti che osavano avventurarsi per mare. Oggi, però, sappiamo che i veri “mostri” li abbiamo creati noi esseri umani, ad esempio, con le “ghost nets“, reti ed attrezzature da pesca abbandonate da pescatori senza scrupoli e che giacciono sui nostri fondali inquinando l’ambiente e rimanendo per anni delle trappole mortali per tutti i malcapitati animali marini
Sensibilizzare le nuove generazioni e quante più persone possibile sul problema delle reti abbandonate costituisce una priorità ambientale da raggiungere con ogni mezzo, anche con una istallazione artistica destinata a far discutere.