Genova – Una lettera al sindaco Marco Bucci ed alla Soprintendenza dei Beni Culturali e Architettonici per chiedere spiegazioni sulla decisione di sostituire l’insegna “San Giorgio” dalla storica palazzina Coppedè di via Manara per sostituirla con l’insegna “GioBagnara”.
Una sostituzione che sta suscitando molte polemiche e perplessità per la storia del quartiere di Sestri Ponente.
“La Sezione A.N.P.I. di Sestri Ponente – si legge nella lettera – fa proprie le rimostranze e l’indignazione di molti sestrini, e non solo, per la decisione di sostituire sulla palazzina Coppedè di via Manara l’insegna “San Giorgio” con quella del nuovo proprietario GIOBAGNARA.
Vorremmo ricordare come, quella palazzina che è soggetta a vincoli della Soprintendenza sicuramente per le pregevoli linee architettoniche, per il movimento operaio genovese e per i sestrini rappresenta anche uno dei momenti più tragici per i lavoratori che da quelle mura il 16 giugno 1944 furono deportati verso i campi di concentramento tedeschi. Testimonianza del ruolo di quella fabbrica, indipendentemente dal tipo di produzione che veniva esercitata al suo interno sono le due lapidi che raccolgono nomi e volti dei lavoratori caduti nella guerra di liberazione e il successivo attestato da parte del Comune di Genova.
Il nome “San Giorgio” pertanto è indissolubile da quella memoria che ci ricorda il prezzo che i lavoratori genovesi e della “San Giorgio” pagarono nella lotta per la Democrazia e per la salvaguardia degli apparati industriali della città.
La sostituzione di quell’insegna offende pertanto la sensibilità di chi ancora oggi ha memoria di cosa accadde a padri, nonni, amici, ridotti in schiavitù dall’occupante tedesco.
Certi dell’osservanza delle prescrizioni da parte della proprietà, auspichiamo una connessione empatica della stessa con la nostra realtà territoriale come è sempre stata con le aziende che vi hanno operato e siamo certi che i diversi uffici interessati troveranno una soluzione, riposizionando la storica scritta “San Giorgio” dove stava, con una soluzione diversa e altrettanto efficace dell’insegna della nuova proprietà.
In un Municipio dove risultano vincolati su edifici simboli divisivi come il fascio littorio, rappresenterebbe un vero atto di spregio alla storia e alla memoria non ridare centralità all’edificio “San Giorgio” con tutto ciò che ha rappresentato”.