Genova – Un appello della famiglia di Nora, la bambina affetta dal sarcoma di Ewing, a fermare le donazioni “perchè ormai non servono più”. A lanciarlo, sulle pagine social delle molte associazioni che hanno sostenuto la famiglia per il suo viaggio della speranza a Houston, nel Texas, gela il sangue ma, al tempo stesso scaldano il cuore perché dimostrano l’affetto e la vicinanza della città ad una famiglia colpita dalla peggiore delle tragedie.
Il padre di Nora – attraverso le pagine de Il Secolo XIX – ha voluto ringraziare le tante persone che li hanno sostenuti nei momenti buoi della ricerca della cura che potesse salvare la piccola Nora e nel viaggio della speranza che, purtroppo, sembra essersi concluso senza i risultati sperati.
La famiglia di Nora ringrazia e, nel contempo, invita a non donare più poiché purtroppo il denaro raccolto non serve.
I genitori di Nora attendono che l’ospedale texano comunichi l’ammontare preciso delle spese ma sono stati raccolti oltre 400mila euro e quindi le spese dovrebbero essere coperte.
“Nel caso ci fosse del denaro che avanza – spiegano – verrà donato in beneficenza”.
Il “caso” di Nora ha commosso un gran numero di persone quando, all’ospedale Gaslini dove era ricoverata, arrivò la notizia della cura sperimentale in Texas.
Si trattata di una flebile speranza ma quale famiglia non tenterebbe il tutto per tutto per i propri figli? E così l’ostacolo da superare rimase solo la cifra da pagare per il viaggio negli Stati Uniti e le spese dell’ospedale che, negli USA, non è gratuito come in Italia.
L’esigenza di trovare i fondi ha però fatto scattare una solidarietà che stupisce e rincuora.
Decine di associazioni hanno organizzato raccolte, spettacoli ed eventi per raccogliere i fondi.
Molte squadre sportive hanno donato cifre anche considerevoli ma la maggior parte, come spesso accade, è arrivata “dal basso”, dal tam tam delle famiglie e delle persone di cuore.
Piccole gocce che si sono trasformate in un mare
Purtroppo le cure non hanno fatto il miracolo. La piccola Nora non ha risposto come si sperava e ora la famiglia è tornata in Italia, al Gaslini, e le prospettive, purtroppo, non sono buone.
Ma la “lezione” di Nora è importante e dimostra che l’amore di tanti può fare la differenza, se non altro nel donare la possibilità di una prova, di una speranza.