Genova – Ancora sbarchi di Migranti nel porto genovese per la decisione del Governo di inviare nel capoluogo ligure la nave di Open Arms. A bordo della nave altri 50 naufraghi salvati al largo della Libia e che, secondo il diritto internazionale, dovrebbero essere sbarcati nel primo “porto sicuro” presente nelle vicinanze del luogo del salvataggio e che, invece, per effetto delle nuove normative introdotte dal Governo Meloni, vengono destinate a quello che lo Stato decide essere “un porto sicuro”.
Anche in questo caso, quindi, la nave della Ong Open Arms (braccia aperte) dovrà percorrere 600 miglia nautiche, circa 1200 chilometri, sino al porto di Genova, con a bordo persone in condizioni di salute precarie e certamente non nelle migliori condizioni di viaggio.
La stessa ong Open Arms comunica sul suo profilo sociale che la nave è partita da Lampedusa il 26 dicembre e dovrebbe arrivare a Genova intorno alle ore 7 del primo giorno del 2024, Primo dell’Anno nel calendario.
Nello scalo genovese saranno sbarcati i 54 migranti provenienti da diversi paesi come Algeria, Bangladesh, Egitto, Eritrea, Etiopia, Siria, Somalia, Sudan e Marocco.
Tra loro 34 uomini e una donna e il resto minorenni senza accompagnatori.
Ancora una volta scattano le proteste dell’associazione umanitaria per la decisione del Governo Italiano, in sospetta violazione del diritto internazionale su cui si pronunceranno gli organi competenti, di far fare un viaggio di diversi giorni, in condizioni certamente disagevoli, a persone che hanno già precarie condizioni di salute e hanno sofferto pene indicibili nel loro viaggio verso la salvezza.
Nelle ultime ore, poi, sul canale social, Open Arms ha criticato anche la decisione del Governo Italiano di non consentire un ulteriore salvataggio di circa 100 persone in condizioni di pericolo a bordo di una imbarcazione di fortuna.
“Una imbarcazione con 100 persone a bordo e’ alla deriva da ieri – scrive Open Arms – Abbiamo reiteratamente chiesto informazioni dando la nostra disponibilità al soccorso. Ci è stato risposto che non c’erano casi aperti e di dirigerci senza ritardo verso il porto di Genova. Ci auguriamo che queste persone vengano soccorse il prima possibile per evitare l’ennesima strage annunciata”.
Da inizio del 2023 si è calcolato che ogni singolo giorno siano morte in mare ben 8 persone nel disperato tentativo di lasciare terre devastate da guerre e carestie, per arrivare in Europa.