Genova – Una ventina di energumeni che si muovono per le vie del centro storico cercando di documentare le condizioni in cui si vive nella parte antica della città, scatenando parapiglia e discussioni “animate” per strada e nessun controllo di chi sarebbe preposto a sorvegliare vicoli e piazzette. Sta suscitando forti polemiche, specie sui social, la pubblicazione del video di alcuni Youtuber che girano l’Italia mostrando situazioni di “difficoltà” nella convivenza con spaccio e degrado umano di vario genere.
Un video nel quale il centro storico genovese non viene fuori molto bene ed anzi appare come un luogo poco sicuro, dove ci si deve guardare la schiena e dove si può essere aggrediti in qualunque istante anche secondo quanto dichiarato dagli stessi protagonisti.
A dividere le reazioni dei genovesi alla pubblicazione del video sono varie cose: c’è chi si meraviglia che ci si meravigli, sottintendendo che quella mostrata è la norma e chi invece pensa che il video non mostri la Genova che tutti conosciamo.
In molti poi si domandano come sia possibile che un gruppo tanto numeroso e “rumoroso” non abbia attirato l’attenzione di chi dovrebbe garantire l’ordine e la sicurezza, anche alla luce delle decine di telecamere posizionate nei vicoli.
L’assessore alla Sicurezza del Comune di Genova ha commentato quanto avvenuto fotografando il pensiero di molti genovesi.
“Mi chiedo – ha scritto l’assessore Gambino sui social – il senso di infangare la credibilità e la bellezza del nostro centro storico da sempre frequentato da milioni di persone ogni anno, coinvolgendone gli abitanti – in questo caso fasce deboli – con fare provocatorio, con l’intenzione di innescare lo scontro fisico e verbale per creare “il caso”.
Forse la risposta sta proprio nel nome del canale di questo YouTuber: Scuola di Botte”.
Sul caso indaga anche la Digos ma è giusto chiarire che “il format è quello”: passeggiate in luoghi degradati di una serie di persone con formazione da addetti alla sicurezza, fisici palestrati e certamente in grado di difendersi – anche con una certa determinazione – in caso di scontri o risse non cercate ma spesso “trovate”.
Divenuti famosi a Roma, dove tutto è iniziato, gli Youtuber raccolgono un diluvio di visualizzazioni, probabilmente ricompensate con la pubblicità raccolta, e ora girano le vie e le piazze d’Italia mostrando quello che, a loro parere, incontrerebbero i turisti di passaggio.
Una sorta di documentario verità sulla vita di strada.
A Genova la “puntata” si apre in piazza San Lorenzo, con una ventina di “ragazzoni” seduti sui gradini della cattedrale e che poi si avventurano in gruppo per i vicoli della città vecchia incontrando varia umanità.
C’è chi si spaventa, chi fugge, ma c’è anche chi non gradisce le telecamere e si “arrabbia” facendo nascere quelle situazioni che fanno impennare l’attrattività delle riprese e hanno reso celebre la formula e il “canale”.
Le persone riprese non vanno in cerca di risse e non si può dire che “provocano” nel senso stretto del termine ma è chiaro che in certi luoghi la presenza stessa di gruppi numerosi di persone, dai fisici “prestanti” e i look non proprio da avvocati e impiegati di banca genera “allarme” e scalda gli animi, specie se tutto viene ripreso a favore di telecamera.
Scene che fanno la fortuna di molti programmi Tv anche blasonati e che quindi non costituiscono più una eccezione.
Per alcuni verità sbattuta in faccia a chi guarda, per altri un pessimo biglietto da visita che non corrisponde alla reale situazione esistente.