Genova – Prestavano denaro a persone travolte dal vizio del gioco e ludopatiche, a imprenditori già strangolati dai debiti e dalla crisi ma erano anche in grado di raccogliere scommesse clandestine senza pagare commissioni allo Stato ed alimentando la ludopatia che poi finanziavano.
Una vera macchina infernale quella scoperta e smantellata dai poliziotti della squadra mobile di Genova e del Servizio centrale operativo, coordinati dal sostituto procuratore della Dda Federico Manotti. Le indagini hanno fatto scattare 9 misure cautelari, di cui tre in carcere, fra le province di Genova e Alessandria.
Usura il reato contestato ma il sistema ideato e portato avanti dalla banda era davvero terribile perché oltre a procacciarsi i “clienti” tra imprenditori e commercianti alle prese con la crisi economica, andava a cercare le vittime più deboli, quelle malate e ormai schiave della ludopatia.
Dapprima raccoglievano le scommesse clandestine offrendo guadagni superiori ai circuiti ufficiali perché non pagavano tasse e poi erano pronti a prestare il denaro a chi perdeva somme importanti e sperava di rientrare facendo scommesse ancora più alte e rischiose.
Un meccanismo perverso e feroce in grado di chiedere ad una donna con evidenti problemi di ludopatia un tasso di interesse di oltre il 50% ma che arrivava in altri casi addirittura al 10% mensile.
L’attività criminale avrebbe operato dal 2019 sino all’aprile del 2022 e gli indagati sono iscritti sul registro degli indagati con ipotesi di reato che vanno dall’usura aggravata all’associazione a delinquere sino all’organizzazione clandestina di scommesse.
Tra i fermati anche una persona già condannata per episodi simili e che apparterrebbe alla malavita organizzata gestita dalla famiglia Fiandaca.
Indagini anche sul mondo della agenzie di scommesse perché sembra che almeno tre avessero contatti con la banda. Forse per scommettere legalmente almeno parte delle scommesse raccolte o forse per avere i nominativi delle vittime più deboli e con maggiore bisogno di denaro.