Genova – E’ durato oltre 8 ore l’interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che avrebbe risposto a oltre 150 domande dei magistrati depositando anche una memoria difensiva “filosofica” nella quale ricostruisce – dal suo punto di vista – lo spirito che ha guidato il suo lavoro in questi anni, respinge le accuse “contrattaccando” e citando le presunte dazioni di denaro anche ad altri esponenti politici e citando molti imprenditori locali e non e teso a dimostrare che ogni passaggio di denaro è avvenuto in modo trasparente e tracciabile a ulteriore dimostrazione che non c’era nulla da nascondere.
E proprio sulla diffusione delle “carte” sarebbe partita un’altra indagine per una presunta “fuga di notizie” poiché, a ridosso della fine dell’interrogatorio, intorno alle 19,30 di ieri sera erano già disponibili stralci della documentazione su alcuni siti online di Testate giornalistiche locali.
Il presidente Toti avrebbe comunque risposto ad ogni addebito presentando una sua ricostruzione degli eventi e dei passaggi tesa a smontare la tesi accusatoria come è diritto di chiunque si difenda e come previsto dal nostro ordinamento e ora i magistrati possono confrontare gli elementi raccolti ed evidenziare eventuali “discrepanze”, procedere con altre acquisizioni di indagine e sentire altri testimoni a conferma o smentita di quanto emerso, esattamente come previsto dalle procedure che danno al giudice l’incarico di assumere prove a carico ma anche a discolpa dell’indagato visto che non si tratta ancora di un processo ma di una “fase” che lo precede.
Concluso l’attesissimo interrogatorio del presidente della Regione Liguria, Toti, ora i magistrati dovrebbero ascoltare anche l’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini, in carcere dal 7 maggio scorso e che ha chiesto di essere sentito sui fatti dell’inchiesta.
Sarà anche la volta dei testimoni – non indagati e “informati sui fatti” – come il sindaco di Genova Marco Bucci e l’imprenditore Aponte, patron di MSC.