ospedale Villa Scassi SampierdarenaGenova – Una donna che si stava recando all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena per una interruzione volontaria di gravidanza ha denunciato di essere stata avvicinata da due attiviste che le avrebbero offerto sino a 100 euro al mese per portare avanti la gravidanza e rinunciate all’aborto.
Torna ad infiammarsi la discussione sui diritti delle donne e sull’applicazione della Legge 194  che attribuisce alle sole dirette interessate la decisione su scelte importanti come quella dell’aborto, con le conseguenze psicologiche che esso comporta.
Un’interferenza inaccettabile secondo i pro aborto e un lecito tentativo di far cambiare idea ad una persona che compie quella scelta secondo chi avversa il diritto all’aborto.
L’episodio verrà denunciato alle forze dell’ordine che probabilmente indagheranno sul rispetto del dettato della Legge 194
“Se confermato sarebbe un episodio gravissimo – spiega Gianni Pastorino, vice presidente della Commissione II Salute della Regione Liguria – sarà mio compito chiedere risposte puntuali a riguardo ai dirigenti di ASL 3, per verificare la veridicità dei fatti”.
La struttura di Sampierdarena sarebbe “presa di mira” dai volontari anti abortisti perché considerato “obiettivo strategico” per l’alta frequentazione da parte di donne immigrate, statisticamente con minore scolarizzazione e maggiore sensibilità religiosa e dunque “più facilmente influenzabili”.
La scelta “strategica” di tentare di influenzare le decisioni delle donne più in difficoltà sarebbe dimostrata anche dall’esiguità delle somme offerte che, anche ragionando per assurdo e cioè che si abortisca per motivi economici, sono ben lontane da quanto ogni persona dotata degli strumenti minimi per “ragionare” considera necessaria per crescere un bambino.
Eppure basterebbe poco per informarsi sulle motivazioni che inducono le donne a fare questa scelta comunque dolorosa e con pesanti ripercussioni personali e psicologiche e per accettare il fatto che la scelta deve restare personale e comunque rispettabile, qualunque sia il proprio credo o convinzione personale.
L’aborto è un diritto conquistato a fatica, che coinvolge intimamente la donna e le famiglie e non è obbligatorio. Essendo una scelta personale non dovrebbe essere condizionato. Men che meno per squallidi interessi religiosi o, peggio, politici.
Le perplessità sulle minacce al diritto all’aborto, secondo il consigliere regionale Gianni Pastorino, non si fermano all’ospedale Villa Scassi.

“Sono anche molto preoccupato e ritengo vergognoso – aggiunge Pastorino – che all’ospedale Galliera non ci sia la possibilità di accedere all’interruzione volontaria i gravidanza e che le persone che ne fanno richiesta vengano trasferite all’ospedale Evangelico. Una struttura come l’ospedale Galliera che riceve consistenti finanziamenti pubblici e, di fatto, non applica una legge dello Stato è per noi inaccettabile”.