Aeroporto di Genova sempre più vicino a decisioni importanti per il futuro dello scalo genovese, sempre molto appetito ma con poche tratte disponibili e rigorosamente concentrate nel periodo estivo. Il consiglio di Amministrazione ormai alle porte – domani, venerdì 7 giugno – potrebbe portare a novità significative per il Cristoforo Colombo, soprattutto per il ventilato “rosso di bilancio” e per i possibili cambi societari.
Se le voci di un bilancio in rosso per diversi milioni di euro si fanno sempre più insistenti infatti, con gli enti pubblici che dovrebbero decide di usare denaro pubblico per rimpinguare le casse vuote oppure cedere quote societarie, cresce l’attesa per le decisioni di Aeroporti di Roma (AdR) del Gruppo Benetton che sarebbe vicina a lasciare.
Un panorama che rende sempre più difficile la gestione di un terminal aeroportuale che sulla carta mantiene ottime possibilità ma che ormai da decenni non riesce – è il caso di dirlo – a decollare.
Gli scenari sono diversi e prevedono l’ingresso in società di colossi crocieristici, interessati alla combinazione Crociera + volo aereo, e con diversi privati che potrebbero trasformare lo scalo genovese in qualcosa di più simile all’aeroporto di Pisa, con un aumento di milioni di passeggeri che alla pista di decollo ed atterraggio di uno sperduto paese africano.
Tutto passa, dalla possibilità di estendere l’offerta e di rendere quello del Cristoforo Colombo un aeroporto davvero concorrenziale.
Uno dei pochi del Nord Italia a non avere problemi di nebbia, centralissimo rispetto alla Costa Azzurra, la Lombardia, il Piemonte e la Toscana e con un potenziale di crescita che molti esperti considerano elevatissimo (a patto di sostanziali cambiamenti gestionali e di scelte organizzative).
Genovesi e Liguri stanno a guardare, sperando che finalmente il tabellone di arrivi e partenze sia da considerare al pari di un normale aeroporto e con il timore che le scelte onerose del passato non ricadano sulle già magre casse degli enti locali, costretti a ripianare il disavanzo. Con lo spettro della Corte dei Conti che potrebbe domandarsi che senso abbia mantenere una partecipazione societaria se poi non si gestisce.